
Prima sorpresa: l’Inter battuta dall’Udinese. A punteggio pieno Napoli, Juventus, Roma e Cremonese
La Juventus vince a Genova
Non è un fulmine di guerra, ma va avanti con metodo. Dopo il successo all’esordio con il Parma, la squadra di Tudor fa bottino pieno con il Genoa al Ferraris, grazie a una inzuccata vincente di Vlahovic, di nuovo a segno in questo campionato dopo aver sostituito David, questa volta non particolarmente brillante. Una vittoria sofferta, su un Genoa in netta crescita dopo il pareggio interno con il Lecce. Una vittoria di corto muso, come il Napoli e la Roma, curiosamente decisa ancora da Vlahovic, bomber in cerca di riscatto che tutti prima criticano ma poi ringraziano visto che David è rimasto a secco. Una Juve non sfavillante, ma solida e paziente, che ha preso l’abbrivio quando Tudor, nella ripresa, l’ha ribaltata inserendo Koopmeiners, Kostic e Vlahovic al posto di Locatelli, Joao Mario e David. Una domenica quindi positiva per la Juventus, che chiude il mercato con la cessione di Nico Gonzalez e l’acquisto di Edon Zhegrova, l’esterno 26enne del Lille. Per Kolo Muani bisognerà aspettare fino a stasera.
La rivincita di Sarri
Anche la Lazio, dopo la caduta con il Como, si riscatta travolgendo (4-0) all’Olimpico un Verona subito colpito a freddo. Al primo tentativo infatti la squadra di Sarri passa con Guendouzi. Pochi minuti più tardi il raddoppio di Zaccagni, sempre su assist di Castellanos che ha firmato anche il 3-0. Il quarto gol lo segna nel finale Dia. Euforico Sarri: “Ora sì che ho visto un gruppo con motivazioni forti”.
E Il Napoli? Quando si vince in casa al 95esimo minuto con una squadra che fa muro come il Cagliari, si possono dire due cose. La prima, che qualcosa non va, che ci sono stati troppi errori e via elencando. La seconda, la più probabile, che comunque questo Napoli non molla fino all’ultimo secondo. Che la condizione migliore è ancora lontana, ma la testa, quella che poi conta alla fine, è ben connessa. Certo: se Anguissa non avesse piazzato in extremis il piattone decisivo, saremmo qui a fare ben altri discorsi e lo stesso Conte, svanito il pericolo, sarebbe stato molto meno soddisfatto. Ma intanto 6 punti in due gare, prima della sosta, fanno classifica. Di solito, riuscire a vincere queste partite nate male porta bene. Conte lo sa e infatti gongola. Poi diciamolo: Lucca non è Lukaku e Debruyne deve far carburare i suoi 34 anni e un fuso climatico poco avvezzo al caldo partenopeo. Insomma, le prospettive per difendere il titolo con l’arrivo di Hojlund e di Elmas, sabato già in tribuna, sono solide e confortanti. E il pubblico del Maradona infatti torna a casa contento perfino d’aver sofferto. “Siamo stati bravi a pazientare”, ripete Conte con la testa già proiettata a giovedì 18 settembre quando debutterà in Champions a casa di Guardiola. Quello sarà il primo crash test di una stagione che non prevede più di rifiatare. E il City, comunque sia, rifiatare non farà.
A gonfie vele Roma e Cremonese
A punteggio pieno, giustamente da celebrare, sono la Roma e la Cremonese, quest’ultima da tutti pronosticata come l’agnello sacrificale del campionato. Beh, se il buongiorno si vede dal mattino tanto di cappello ai grigiorossi che dopo aver battuto il Milan con pieno merito hanno bissato (3-2) con il Sassuolo. Determinata e concreta, la Cremonese dimostra che per stare in A non è necessario avere in rosa 20 stranieri dal talento incerto e dal costo certo. E che ci sono degli allenatori come Davide Nicola, sempre affidabile e poco gettonato dai media, che meritano panchine più blasonate. Spesso, al posto di guardare la sostanza, nel calcio si guarda di più al contorno. Alcuni tecnici, anche con risultati modesti, sono omaggiati come infallibili guru.
Il segno di Gasp
Un altro che ha dovuto imporsi con i risultati è lo stesso Gasperini, ora felicemente alla Roma. E’ un lunatico sempre scontento, il Gasp. Non le manda a dire né agli arbitri né ai suoi stessi dirigenti. Ma anche in questa nuova avventura sta imprimendo il suo marchio. Secondo successo di fila ancora per 1-0, ma anche questa volta, a Pisa, i giallorossi hanno costretto i toscani (nella ripresa) a stare rintanati nella loro area. E non è facile con una squadra ben organizzata come quella di Gilardino. Ma con l’inserimento di Dybala, genietto che spariglia, da uno stanco slow si è passati al tango argentino. E con il gol di Soulè, e le sponde di Ferguson, la sfida si è spostata a favore di Gasperini che prima della chiusura del mercato si aspetta un altro attaccante. Se gli arriva, la zona Champions sarà alla sua portata. E forse anche qualcosa di più.
Fonte: Il Sole 24 Ore