
Prodi: «L’Ue deve ricominciare a decidere per dare speranza all’Europa»
Hanno cominciato una grande trasformazione verso gli investimenti in alta tecnologia. Pensiamo solo che per ogni addetto dell’industria ci sono più robot in Cina che in Germania. E poi soprattutto c’è un’attenzione esasperata per l’intelligenza artificiale, verso il futuro. Quindi è uno sforzo grosso, per un Paese che è il 19 per cento dell’intera umanità.
Per quanto riguarda i rapporti con Pechino, che fine ha fatto la Via della seta?
La Via della seta aveva emozionato perché sembrava la ripresa del grande rapporto fra Europa e Cina nel nome di Marco Polo. Anche io ero favorevole, ma è diventato uno strumento di politica estera. Molto utile per loro, sono andati in Africa, verso il Pakistan, un po’ in tutto il mondo. E gli europei alla fine ne sono rimasti fuori.
Com’è oggi il rapporto tra Cina e Europa?
C’è il gran problema dell’incertezza della politica. Ci vedono come una istituzione che non sa decidere. Pensano che Bruxelles possa comunque essere un mediatore importante, come lo era stato in passato. Anche loro aspettano un nostro segnale. C’è quasi nostalgia dei tempi in cui si prendevano le decisioni.
Fonte: Il Sole 24 Ore