Produttività e benessere passano dalla centralità delle politiche ambientali

Produttività e benessere passano dalla centralità delle politiche ambientali

Mettere boschi, foreste e ambiente al centro delle politiche nazionali e internazionali. Non solo in nome della tutela del patrimonio naturale ma anche degli impatti che la loro valorizzazione avrebbe su economia, filiera produttiva e salute pubblica.

Politiche ambientali da valorizzare

L’imperativo che ha animato la seconda giornata di lavori del XIX Congresso nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali è forte e chiaro. E punta a stringere ancor di più le maglie di una sinergia tra professionisti del settore e istituzioni per la messa in piedi di politiche ambientali interdisciplinari, alimentate dalla ricerca scientifica e sempre più attente alla dimensione delle realtà locali.

«Salvaguardare gli ambienti e le foreste richiede un impegno corale di tutte le figure del settore», ha sottolineato Paolo Baccolo, consigliere Conaf. «Occorre sussidiarietà, integrazione tra pubblico e privato. E, in questo contesto, gli agronomi e i forestali sono essenziali: sono memoria storica delle azioni passate e protagonisti della costruzione di un rapporto positivo tra uomo e ambiente. Sono loro a portare le competenze sui tavoli dei decisori e si spera possano in futuro assumere un ruolo sempre più strategico».

Le criticità

Al netto delle proposte e delle intenzioni, restano parecchie criticità da risolvere: a metterle sul tavolo è stato Michele Candotti, capo di gabinetto del Programma di sviluppo dell’Onu (Undp). Che, tra le ragioni della crisi attuale dei programmi politici ambientali, ha acceso i riflettori sulla «discrasia tra i tempi dei negoziati e i tempi delle risposte» e «la scarsità di fondi per l’implementazione».

Fonte: Il Sole 24 Ore