
Proposta di legge Sciascia-Tortora, per i magistrati formazione ad hoc e tirocinio in carcere
Un restyling capillare del percorso di formazione dei magistrati per addestrare professionisti in grado di conciliare competenze ed empatia. È questo l’obiettivo del progetto di legge Sciascia-Tortora, proposta che punta a una «giustizia più umana e consapevole», al centro di una serie di incontri pubblici che ieri ha fatto tappa a Milano, in uno dei luoghi più rappresentativi del sistema penitenziario italiano: il carcere di San Vittore.
L’evento, organizzato dall’Ordine degli avvocati di Milano e dalla Camera penale milanese e coordinato da Guido Camera, presidente di Italia Stato di diritto, ha visto anche la collaborazione dei promotori dell’iniziativa legislativa, ieri all’esame della Camera dei deputati: l’associazione Amici di Leonardo Sciascia, ItaliaStatodidiritto, la Fondazione internazionale per la giustizia Enzo Tortora, la Società della Ragione e l’Unione camere penali. Tra gli ospiti intervenuti anche figure di spicco del mondo istituzionale, accademico e forense, tra cui Maria Elena Boschi, Benedetto Della Vedova, Debora Serracchiani e Giorgio Mulé, parlamentari e firmatari del disegno di legge, Federico Papa, presidente della Camera penale di Milano, Roberto Crepaldi, magistrato sezione Gip-Gup del Tribunale di Milano, Francesca Biondi, docente dell’Università degli studi di Milano, Simona Viola, presidente dell’associazione Amici di Leonardo Sciascia e Francesca Scopelliti, compagna di Enzo Tortora.
In cosa consiste il progetto di legge
Il progetto di legge si fonda, essenzialmente, su tre punti chiave:
1) l’introduzione obbligatoria dello studio del diritto penitenziario nel percorso formativo dei magistrati;
2) l’inserimento della letteratura dedicata alla giustizia, ai diritti fondamentali e alle derive dello Stato di diritto, per aprire un dibattito costruttivo e una riflessione culturale e civile sul ruolo che dovrebbe avere il giudice;
Fonte: Il Sole 24 Ore