Prosecco Docg di Asolo senza crisi: cresce del 13% nel 2023

In un quadro che vede, sotto i colpi dell’inflazione, il vino italiano per la prima volta da anni registrare qualche segnale di difficoltà anche sui mercati internazionali e nonostante qualche scricchiolio comincia a essere avvertito pure dalla corazzata Prosecco, non mancano le isole felici.

Una di queste è il Prosecco Docg di Asolo che si avvia a chiudere l’anno con vendite per 27 milioni di bottiglie in crescita del 13% rispetto al 2022. Numeri che portano la crescita complessiva degli ultimi cinque anni a quota +114%. Le vendite, infatti, sono aumentate di ben 15 milioni di bottiglie visto che nel 2018 erano a quota 12 milioni.
Un risultato straordinario considerato anche l’attuale clima di incertezza dello scenario vitivinicolo nazionale e internazionale.

«Il segreto del successo dell’Asolo Prosecco – spiega Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio di tutela – è nell’espressione della sua forte impronta territoriale. A premiarci, anche in una congiuntura economica difficile come quella che sta attraversando il vino italiano, è senza dubbio il lavoro votato alla qualità dei produttori della denominazione, unito al forte senso di appartenenza al territorio e alla indiscutibile identità dell’Asolo Prosecco».

La domanda quindi, per l’Asolo Prosecco Docg si mantiene sostenuta e per il futuro lascia anche ben sperare l’esito qualitativo molto favorevole dell’ultima vendemmia. In questa ottica il Consorzio dell’Asolo Prosecco ha richiesto e ottenuto dalla Regione Veneto l’attivazione della riserva vendemmiale, misura espansiva che consente di rafforzare i quantitativi di prodotto immessi sul mercato e che era stata adottata anche negli anni scorsi con lo scopo di avere a disposizione tutti gli strumenti per soddisfare le richieste del mercato domestico e internazionale.

«L’outlook è decisamente positivo – sottolinea Zamperoni – con segnali di ulteriore incremento della domanda, supportato dalle attività promozionali del Consorzio, sia in Italia che all’estero. Brindiamo quindi a un 2023 ricco di riconoscimenti e alziamo i calici al 2024, con l’augurio che il nuovo anno sia altrettanto straordinario».

Fonte: Il Sole 24 Ore