Qualità della vita: frane, alluvioni e servizi, i ritocchi ai 90 indicatori per narrare il presente

Qualità della vita: frane, alluvioni e servizi, i ritocchi ai 90 indicatori per narrare il presente

Dal calo di produzione alle ore di cassa integrazione richieste dalle aziende per lo più quelle del tessile e della meccanica. Dalle disuguaglianze reddituali alle mensilità di stipendio necessarie per comprare casa, entrambe in aumento nelle grandi città. Dalle aree a rischio frana o alluvione al tempo medio di percorrenza per raggiungere i servizi essenziali (stazioni, ospedali e scuole).

Questi sono solo alcuni dei 90 indicatori della Qualità della vita 2024, selezionati dalla redazione e riferiti alle 107 province italiane, che cercano di fotografare l’attualità più recente e i fenomeni più complessi che stanno cambiando il nostro Paese. Ogni anno la scelta degli indicatori che compongono la classifica viene guidata dalla volontà di raccontare il presente. Per questo ben 27 parametri utilizzati quest’anno sono differenti da quelli usati nel 2023, nell’intento di trovare statistiche più aggiornate e capaci di raccontare al meglio l’anno appena trascorso.

Le novità 2024

Tra questi, sono in particolare nove le novità introdotte nella categoria «Ambiente e servizi», quella più rinnovata rispetto all’edizione precedente, il che rende la graduatoria tematica difficilmente confrontabile su base annua. Debuttano l’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile; le irregolarità del servizio elettrico; i posti-km offerti dal trasporto pubblico locale; la concentrazione media annua di Pm10; la densità di tutti gli impianti fotovoltaici; le aree a rischio frana e alluvione, i Comuni con servizi per le famiglie interamente online e l’indice di fragilità urbana di Istat (costruito attraverso la combinazione di dodici indicatori elementari che descrivono le principali dimensioni territoriali, ambientali e socio-economiche della fragilità su base comunale).

Particolarmente decisive anche le novità inserite nella categoria «Ricchezza e consumi», dove sono stati re-introdotti parametri già utilizzati negli anni passati, come la percentuale di pensionati con reddito pensionistico sotto i 500 euro e la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti del settore privato.

A fare la differenza, però, impattando in modo marcato sulla graduatoria di tappa, sono i nuovi indicatori relativi al trend del Pil pro capite (variazione % annua della stima 2024 sul 2023, fonte Prometeia) e il parametro della disuguaglianza del reddito netto dichiarato (rapporto ultimo quintile/primo quintile). Quest’ultimo è frutto di un’elaborazione inedita dell’Ufficio studi del Sole 24 Ore a partire dalle statistiche fiscali del ministero delle Finanze sui redditi dichiarati relativi al 2022.

Fonte: Il Sole 24 Ore