Quando il nero conviene più del bonus

Quando il nero conviene più del bonus

Ora 36% per seconde case a disposizione e in affitto. Dall’anno prossimo un’ulteriore limatura al 30 per cento. Tutti livelli di agevolazione che, secondo quanto dice la storia degli ultimi anni dei bonus casa, sono sotto la soglia psicologica che invoglia imprese e cittadini a scegliere il nero.

I dati elaborati dal dipartimento Politiche fiscali di Cna, pubblicati dal Sole 24 Ore, indicano un’evidenza, mettendo in fila il livello di investimenti in ristrutturazioni dal 2011 in poi. Quando lo sconto è stato inferiore al 50% (cioè, nel 2011 e 2012, quando l’agevolazione base era il 36%) il livello di spese dei cittadini si è aggirato in una forbice tra i 15 e i 19 miliardi all’anno. L’innalzamento dal 50% in su ha portato l’immediata emersione di interventi “sommersi” per diversi miliardi di euro. La curva degli investimenti, infatti, nostra una immediata impennata intorno ai 30 miliardi, dieci in più delle stagioni immediatamente precedenti.

È qui, con la detrazione al 50%, che si colloca la soglia sotto la quale cittadini e imprese fanno calcoli sulla convenienza di altre strade, dal ritorno più immediato. Andando addirittura sotto il 36%, fino al 30%, l’incentivo al sommerso rischia di moltiplicarsi. Soprattutto per lavori dagli importi molto ridotti, per i quali la rateizzazione dell’incentivo tende a disperdere molto il beneficio: una detrazione al 30%, in programma dal 2026, su mille euro di spesa produce 30 euro di sconto all’anno.

Anche se va detto che si tratta di evidenze empiriche, osservabili nella storia recente degli investimenti in edilizia: ovviamente, non esiste un livello di sconto al di sotto del quale il nero diventa ammissibile.

Fonte: Il Sole 24 Ore