Quando un cavillo salva in Cassazione la multa con autovelox non omologato

Quando un cavillo salva in Cassazione la multa con autovelox non omologato

Stesso giorno di deposito (26 maggio), stessa sezione (la Seconda civile), due verdetti opposti in materia di eccesso di velocità: in uno la Cassazione ha accolto il ricorso, nell’altro no. Eppure in entrambi i casi i ricorrenti argomentavano sulla mancanza di omologazione del rilevatore di velocità. La contraddittorietà, comunque, è solo apparente.

Infatti, dopo l’impattante ordinanza n. 10505/2024, la giurisprudenza di legittimità ha sancito il principio secondo cui un verbale è legittimo se c’è la vera e propria omologazione dell’apparecchio rilevatore. Ma a oggi i misuratori sono semplicemente approvati: non esiste ancora una procedura di omologazione.

Le due ordinanze del 26 maggio (n. 13996 e 13997/2025) divergono perché nel caso della 13997 il verbale attestava l’esistenza dell’omologazione. Affermazione quantomeno errata, ma giuridicamente il verbale ha fede privilegiata e per questo la procedura impone di seguire la forma della querela di falso, finalizzata a contestare la veridicità del verbale. In assenza di tale specifico procedimento, il rischio di vedersi respinte le eccezioni, seppure fondate nella sostanza, è elevatissimo.

Fonte: Il Sole 24 Ore