
Quanto costa mandare un figlio al centro estivo
Tra metà e un terzo dello stipendio “girato” al centro estivo per mandare il figlio per tutto il mese di luglio. Questa la realtà per milioni di famiglie, il 30% di quelle italiane che non possono contare sull’aiuto dei nonni, al termine delle scuole. La spesa minima è di 240 euro al mese ma facilmente si arriva a 600 euro al mese e più se si sceglie un centro sportivo che insieme agli oratori sono tra i preferiti per finire con i centri comunali. Questi importi aumentano quando vengono organizzate attività extra come gite, escursioni e particolari corsi sportivi. La formula più gettonata è di iscrivere il ragazzo per due o quattro settimane. Quest’ultima durata è quella che raccoglie il maggiore numero di adesioni, chiara indicazione che questo servizio sia diventato irrinunciabile per le famiglie. È quanto rivela una indagine condotta su un campione rappresentativo dii genitori realizzata da Altroconsumo insieme a ACmakers.
Le opzioni più gettonate sono state quelle dei centri estivi comunali, dei centri con attività sportive, delle strutture scolastiche e quelle degli oratori o enti religiosi.Nel caso di un solo figlio iscritto, la scelta più frequente è quella dei centri sportivi, seguita dalle attività gestite da enti religiosi. I centri comunali risultano meno scelti. Per le famiglie con due figli, sempre secondo le rilevazioni di Altroconsumo, l’oratorio e il centro sportivo sono indicati con frequenza simile, mentre anche in questo caso i centri comunali rimangono una scelta più marginale. Interessante notare che, nella maggioranza dei casi, le famiglie scelgono un’unica struttura per tutta la durata del periodo selezionato. Solo una parte dei genitori opta per soluzioni diverse a seconda della settimana, combinando, per esempio, centro sportivo e oratorio.
Consigli anti problemi
Nella grande maggioranza dei casi, i genitori non incappano in disagi nelle prime settimane di frequenza dei centri estivi. Tuttavia, tra le risposte raccolte, alcune criticità emergono. Le lamentele più comuni riguardano la qualità della mensa o della merenda, la disorganizzazione nella comunicazione con le famiglie, e promesse non mantenute rispetto a servizi annunciati durante l’iscrizione come, per esempio, alcune attività pubblicizzate non risultano effettivamente disponibili. Alcuni genitori hanno anche segnalato orari di apertura troppo limitati, un problema serio per chi lavora fino al tardo pomeriggio. In altri casi è stata evidenziata la necessità di adeguare gli spazi: servono più aree d’ombra, specie considerando le temperature elevate in estate.
«Prima di scegliere un centro estivo, si deve chiedere un programma dettagliato delle attività e verificare cosa è compreso nella quota – consiglia Paolo Cazzaniga, analista di mercato -. Se si prevede di usufruire del servizio per più settimane, è meglio informarsi in anticipo sulle eventuali riduzioni per iscrizioni prolungate o per più figli. Inoltre alcune strutture offrono sconti Isee, ma è necessario fare domanda per tempo».
Fonte: Il Sole 24 Ore