Rai, procedimento contro Serena Bortone per il caso Scurati

«E cosi l’ha fatto: Roberto Sergio, l’uomo che da dirigente Rai, direttore della radiofonia attaccava pubblicamente sui social il Giornale Radio Rai, ora da Amministratore delegato fustiga a colpi di procedimenti disciplinari chi, anche attraverso i social difende la propria libertà e professionalità da un sistema di controllo ”asfissiante” sul lavoro dei giornalisti della Rai. I provvedimenti annunciati sulla vicenda Scurati sono dunque arrivati ma alla persona sbagliata. Il procedimento disciplinare aperto contro Serena Bortone è inaccettabile. Anche basta». Lo dice Daniele Macheda, segretario Usigrai.

Rai: si profila clima teso in Vigilanza

Dopo gli ultimi giorni infuocati, lo sciopero, il caso Scurati e le tensioni interne, a poche ore dall’audizione in Commissione Vigilanza dei vertici in Rai viene riferito di un «clima molto pesante», un’atmosfera da resa dei conti che attende solo di esplodere. A quanto si apprende, a pesare particolarmente sarebbero, tra le altre cose, gli strascichi del “no” che la maggioranza ha opposto alla richiesta di audizione di Bortone e Paolo Corsini sulla mancata partecipazione dello scrittore Antonio Scurati al programma di Serena Bortone “Chesarà..” su Rai3. L’audizione, fissata dalla presidente Barbara Floridia l’8 di maggio ben prima delle vicende che ora infiammano l’azienda, ha all’ordine del giorno molti temi su cui interpellare l’ad Sergio e il dg Giampaolo Rossi, ma è chiaro che il caso Scurati e lo sciopero del 6 maggio indetto dall’Usigrai a cui non hanno aderito tutti i giornalisti della televisione di Stato saranno al centro dell’incontro di stasera. Nessuna anticipazione sulla posizione dell’azienda in merito alle due questioni, ma ieri l’ad Sergio ha manifestato la piena intenzione di rispondere in questa sede anche in merito alla questione dello sciopero. A quanto è dato sapere, «il tema del pluralismo dell’informazione» sarà quello su cui i vertici di Viale Mazzini verranno maggiormente interrogati.

Fonte: Il Sole 24 Ore