Rallentano le startup innovative. Sale il fatturato medio ma più di una su due è in rosso

Una popolazione che continua ad aumentare, considerando che il numero delle startup iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ha superato alla data del primo ottobre quota 14mila (14.032 per la precisione, il 3,6% delle 384mila società di capitali di recente costituzione), e caratterizzato dai soliti pregi e difetti, ormai divenuti strutturali. Il consueto rapporto trimestrale stilato dal Mise in collaborazione con InfoCamere e con il supporto del sistema delle Camere di Commercio non si discosta quindi molto da quello dei tre mesi precedenti e consolida in linea generale il trend di sviluppo progressivo dell’ecosistema.

Lombardia primo bacino per software e consulenza Ict

La crescita è più rallentata (complice anche il periodo estivo) e si ferma al 3,3% mentre la Lombardia si conferma per l’ennesima volta la principale culla del movimento startup italiano, ospitando oltre un quarto (il 26,8%, 3.755 aziende) di tutte le nuove imprese innovative italiane. La sola provincia di Milano, in particolare, rappresenta il 18,8% della popolazione (2.640 imprese) e supera il dato di qualsiasi altra regione (il Lazio, il secondo bacino più popoloso, conta 1.633 startup all’attivo. Un altro dato ricorrente, per quanto riguarda la distribuzione geografica, premia invece il Trentino-Alto Adige, la regione con la maggiore densità di imprese innovative, circa il 5,9% di tutte le società costituite negli ultimi cinque anni.Rispetto ai settori di attività, il 75,2% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese (prevalgono soprattutto la produzione di software e la consulenza informatica, che costituiscono il 38% dei casi) mentre il 16,4% opera nel manifatturiero.

Meno di un’impresa su otto è al femminile

I soci di capitale delle startup, come si legge nel rapporto, sono sensibilmente aumentati rispetto al trimestre precedente (l’incremento è del 3,1%) e si attestano ora oltre quota 67 mila. Una buona parte di questi sono coinvolti direttamente nell’attività e in media parliamo di compagini più ampie rispetto alle nuove società di capitali, con 4,9 soci per startup rispetto ai 2,1 soggetti delle imprese tradizionali. Le realtà innovative fondate da under 35 sono il 18,5% del totale mentre sono ancora una volta poco rappresentate le aziende al femminile, che sono circa il 13%, contro un 20,9% registrato nel complesso delle società di capitali.

Fatturato totale in aumento, ma crescono le perdite

In controtendenza rispetto ai trimestri precedenti, il valore della produzione medio rimane sì contenuto – 187mila euro, circa 15 mila euro in più – ma risulta essere in crescita rispetto al secondo trimestre. Bilanci 2020 alla mano (i dati si riferiscono a meno del 60% delle startup attualmente iscritte), balza all’occhio anche un secondo indicatore in rialzo ed è quello dell’attivo medio, pari a circa 416mila euro per startup innovativa e in aumento di circa 70mila euro rispetto alla precedente rilevazione. Buono, di conseguenza, anche il dato del fatturato complessivo, consolidato a un miliardo e 540 milioni di euro, 255 milioni in più rispetto al dato di fine giugno. È in negativo, infine, il dato relativo al reddito operativo complessivo registrato nel 2020, in rosso per 122,7 milioni di euro, 14,4 milioni in più rispetto a tre mesi fa. A chiudere il bilancio in perdita sono state il 53,4% delle imprese e si tratta di un dato sostanzialmente stabile da vari trimestri a questa parte.

La sostenibilità è per poche

Uno studio di InfoCamere ha provato a fotografare invece le startup e le Pmi innovative italiane (circa 16mila aziende in totale) che dichiarano di essere coinvolte in attività legate ai temi dell’e-commerce e della sostenibilità. Ebbene, solo il 10% (1.630 imprese) risponde a questi requisiti e nello specifico l’8% conferma di porre attenzione alle tematiche green e il 2% è attiva con il commercio elettronico. Pochissime operano in entrambe le filiere di attività. Il 90% delle startup e piccole e medie imprese green individuate sono società a responsabilità limitata, il 12% è femminile, il 15,3% è composto da under 35 e il 2,4% ha soci di nazionalità straniera. In Lombardia troviamo il blocco più numeroso delle realtà più sensibili al fattore sostenibilità: 338 imprese, il 26% circa del totale.

Fonte: Il Sole 24 Ore