Recovery Plan, le associazioni a Conte: «L’agricoltura 4.0 sia motore della ripresa post Covid»

Continuano gli incontri del premier con industria, sindacati e associazioni di categoria per mettere a punto il documento del Recovery Plan che verrà dovrà essere presentato a Bruxelles entro metà febbraio. Oggi i rappresentanti delle maggiori associazioni Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri hanno illustrato a Giuseppe Conte e ai ministri Stefano Patuanelli e Nunzia Catalfo i loro progetti che puntano a utilizzare le risorse europee per modernizzare e digitalizzare un settore primario e creare nuova occupazione.

Coldiretti: con l’agricoltura 1 milione di posti in più

«Dobbiamo ripartire dai nostri punti di forza – ha detto il presidente Prandini di Coldiretti al premier- l’Italia è prima in Europa per valore aggiunto agricolo anche nel 2020, – con 31,3 miliardi di euro davanti a Francia (30,2 ) e Spagna (29,3)- e per qualità e sicurezza alimentare ed è possibile investire per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero e creare un milione di posti di lavoro nei prossimi 10 anni». Diversi i progetti strategici elaborati dalla Coldiretti per la crescita sostenibile del Paese, tra cui digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici, come anche interventi specifici nei settori in difficoltà dai cereali all’allevamento, fino all’olio di oliva.

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Confagricoltura: fondi e investimenti in ricerca, ma servirà monitoraggio costante

«Il Recovery Plan destina all’agricoltura 2,5 miliardi di euro, in seguito all’aumento varato nei giorni scorsi rispetto alla prima bozza del piano». Lo ha ricordato Confagricoltura esprimendo soddisfazione per l’avvio del nuovo confronto tra il governo e le parti sociali agricole. «L’obiettivo è molteplice – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -, aumentare la capacità produttiva agricola del Paese verso l’autosufficienza alimentare, ma anche la competitività del settore e la sostenibilità, sfruttando l’occasione unica del Next Generation Eu che avrà un impatto del 3,5% sul Pil. Bene quindi – ha aggiunto – gli investimenti in ricerca e sviluppo, nella scienza, in innovazioni tecnologiche favorite dall’Agricoltura 4.0, che ci auguriamo possa essere quanto prima resa negoziabile con gli istituti di credito. Ci aspettiamo una programmazione e un monitoraggio costante della spesa del Recovery Fund, per vedere anche concrete ricadute occupazionali dei progetti già in fase di realizzazione».

Cia: necessari investimenti e incentivi sulle aree rurali

Per il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino per assicurare al Paese una ripresa in tempi certi è fondamentale che questa abbia “un’anima agricola” e occorre agire in un’ottica d’insieme, con l’obiettivo di costruire veri e propri “sistemi imprenditoriali territoriali” interconnessi. Per ciò sarà necessario investire sulle aree rurali, con incentivi sul recupero di fabbricati, rinnovo parco macchine, ammodernamento infrastrutture viarie e tecnologiche. Il settore primario, insomma, «può diventare il paradigma di un nuovo modello di sviluppo in sinergia con le altre forze economiche e sociali, sostenendo una logica di progettualità trasversali tra le varie missioni del Piano – ha concluso il presidente di Cia».

Copagri: il mondo agricolo sia motore propulsivo

Fonte: Il Sole 24 Ore