Referti medici: come tutelare la privacy dai rischi dell’IA

Referti medici: come tutelare la privacy dai rischi dell’IA

Il punto di partenza del ragionamento è che si fa sempre più diffusa la prassi di caricare analisi cliniche, radiografie e altri referti medici sulle piattaforme di intelligenza artificiale generativa chiedendo interpretazioni e diagnosi. Ecco allora che il garante della Privacy nelle ultime ore ha posto l’accento sul fatto che si tratta di un fenomeno allarmante sia per il rischio di perdita di controllo su dati sanitari di straordinaria importanza per le persone, sia per il rischio che soluzioni di intelligenza artificiale non specificamente progettate allo scopo di fornire le indicazioni richieste e non rese disponibili al pubblico come dispositivi medici a valle dei necessari test e controlli previsti dalla disciplina di settore forniscano indicazioni errate.

Di qui, il consiglio del Garante: è opportuno che chi ricorre alle piattaforme IA valuti con attenzione l’opportunità di procedere alla condivisione di dati di carattere sanitario con i fornitori di servizi di intelligenza artificiale generativa e quella di fare affidamento sulle risposte generate automaticamente da tali servizi, risposte che dovrebbero sempre essere verificate con un professionista medico.

Attenzione alle informative sulla privacy

Cosa fare? Come muoversi? Sotto il primo profilo, in particolare, il Garante richiama l’attenzione sull’opportunità di leggere le informative sulla privacy che i gestori della piattaforme hanno l’obbligo di pubblicare al fine di verificare se i dati sanitari contenuti negli esami clinici caricati online ai fini della richiesta di interpretazione e/o diagnosi siano destinati a essere cancellati a seguito della richiesta medesima, in un momento successivo o a essere conservati dal gestore del servizio ai fini dell’addestramento dei propri algoritmi. Molti dei più noti servizi di intelligenza artificiale generativa, infatti, consentono agli utenti di decidere la sorte dei dati e documenti caricati online nell’ambito dell’utilizzo del servizio.

Prioritaria un’interpretazione umana dei dati

L’Autorità richiama quindi l’attenzione sull’importanza, riconosciuta sia dal Regolamento europeo sull’IA sia dal Consiglio Superiore di Sanità, di garantire sempre un’intermediazione umana qualificata nell’elaborazione dei dati sanitari tramite sistemi di IA. L’intervento umano, è il ragionamento, è essenziale per prevenire rischi che potrebbero incidere direttamente sulla salute della persona. La “supervisione umana qualificata”, tra l’altro, deve essere garantita in tutte le fasi del ciclo di vita del sistema di IA: dallo sviluppo all’addestramento, fino ai test e alla convalida, prima della sua immissione sul mercato o nel suo utilizzo.

Fonte: Il Sole 24 Ore