
Reti, Big Tech Usa in trincea sul nuovo intervento Agcom
Lo spettro di un nuovo obbligo regolamentare in Italia agita i grandi fornitori americani di servizi cloud e di contenuti video online. Al centro di questi obblighi ci sono le spine dorsali invisibili del web: le Cdn, le reti di distribuzione dei contenuti che alimentano lo streaming video, il cloud computing e buona parte dell’esperienza digitale quotidiana.
L’Agcom, nell’ambito di una consultazione pubblica, ha prospettato di estendere l’applicazione del regime dell’autorizzazione generale prevista dal Codice delle comunicazioni elettroniche a tutte le società che siano in possesso o gestiscano, sul territorio italiano, un’infrastruttura per la distribuzione di contenuti – Cdn (content delivery network) – usata per veicolare un proprio prodotto oppure per fornire il servizio a terzi.
Nella prima categoria, per citare gli esempi più noti, ci sono anche nomi del calibro di Amazon (con il servizio di video on demand Amazon Prime Video), Netflix, Paramount. Nel secondo gruppo, quello dei provider cloud, ritroviamo tra gli altri la stessa Amazon (con Aws), Akamai, Cloudfare. Poi c’è chi, come Google e Microsoft, usa la propria infrastruttura Cdn sia per i propri contenuti sia per fornire un servizio a terzi.
Le Cdn sono reti costituite da un insieme di server distribuiti geograficamente, finalizzate a velocizzare e ottimizzare la consegna dei contenuti agli utenti finali. Per l’Autorità si tratta di un tipo specifico di rete da regolare.
La nuova iniziativa affonda le sue radici nello sbarco in Italia di Dazn, la piattaforma di streaming video specializzata nello sport, cui la Lega Serie A ha ceduto i diritti audiovisivi per il massimo campionato (inizialmente per tre stagioni e ora dopo il nuovo bando, fino al 2028-29). Le difficoltà iniziali di visione portarono il tema al centro dell’attenzione (e delle critiche) e sotto i riflettori di Agcom. L’Autorità emanò un atto di indirizzo proprio in ragione dell’interesse pubblico nazionale del servizio, cioè la trasmissione delle partite di Serie A. E Dazn, a seguito di questo, acquisì l’autorizzazione generale.
Fonte: Il Sole 24 Ore