
Rifiuti, raccolta differenziata al 66%. Bologna la più virtuosa
Oltre 29 milioni di tonnellate di rifiuti urbani nel 2023, lo 0,7% in più dell’anno prima, in un’Italia segnata ancora da alcune differenze nei processi di trattamento e di riciclo ma che vede ridursi il divario tra Nord e Sud per la raccolta differenziata di 4,5 punti percentuali (10,4 milioni di tonnellate sul primo fronte, il 73,4% del totale, mentre il Mezzogiorno si attesta a circa 5,2 milioni di tonnellate, pari a 58,9%) con l’asticella nazionale che si colloca al 66,6% della produzione totale, in crescita di 1,4 punti rispetto al 2022 (65,2%, mentre dal 2019 il rialzo supera il 5%) e con Bologna che arriva quasi al 73%, posizionandosi come la prima città con popolazione superiore ai 200mila abitanti a superare l’obiettivo del 65% fissato, vale la pena di ricordare, dalla normativa del 2012.
È questa la fotografia scattata dall’ultima edizione del Rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra (l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che sarà presentato oggi a Roma, alla presenza della vice ministra per l’Ambiente e la Sicurezza Ambientale, Vannia Gava, e che offre uno spaccato puntuale (si veda anche altro articolo in pagina) dei costi legati alla gestione dei rifiuti urbani, una parte dei quali – nonostante i diktat europei – viene ancora smaltita in discarica (il 15,8% del totale) seppure in calo del 10,8% rispetto al 2022, mentre si attesta all’84,9% dell’immesso in consumo il recupero complessivo dei rifiuti da imballaggio con tutte le frazioni che crescono, a eccezione dell’alluminio e del vetro.
«Il rapporto racconta un’Italia in movimento verso la sostenibilità ambientale. L’incremento della raccolta differenziata e la significativa riduzione dello smaltimento in discarica sono risultati che testimoniano un impegno concreto verso un modello di economia circolare», spiega al Sole 24 Ore il presidente dell’Ispra, Stefano Laporta, che pone l’accento sul progresso delle regioni del Mezzogiorno «che riducono il divario con il resto del Paese, dimostrando che un cambiamento omogeneo è possibile».
E, in effetti, i dati raccolti nel Rapporto Ispra tratteggiano, come detto, un cambio di passo al Sud nella raccolta differenziata che ha ridotto il distacco, tra 2019 e 2023, sia rispetto al Nord molto virtuoso (da 19 a 14,5 punti percentuali) sia rispetto al Centro (-3,8%), a dimostrazione che le regioni del Sud sono quelle che hanno mostrato negli ultimi anni le maggiori crescite su questo versante. A livello provinciale, poi, tutte le province e città metropolitane hanno raggiunto percentuali di raccolta differenziata superiore al 30%, mentre lato Regioni la quota più alta è conseguita, come era accaduto anche nel 2022, da Veneto (77,7%), Emilia-Romagna (77,1%), Sardegna (76,3%), mentre Lazio (55,4%) Sicilia (55,2%) e Calabria (54,8%) occupano gli ultimi posti della classifica. Tra i Comuni, invece, due terzi dei quali sono già sopra l’obiettivo di raccolta del 65%, i maggiori livelli di raccolta differenziata si osservano per Bologna, come già evidenziato, Padova, Venezia e Milano. I fanalini di coda, invece, sono Napoli, Catania e Palermo.
Per quanto riguarda, invece, il trattamento e la gestione, la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si attesta al 50,8%, in salita rispetto all’anno prima (49,2%) e sopra l’obiettivo del 50% previsto dalle norme per il 2020 (asticella che sale al 65%, invece, se si considera la deadline al 2030). L’incremento (pari all’1,3%) è riconducibile principalmente alla frazione carta che registra un aumento percentuale del 7,9% (341mila tonnellate in più). Bene anche l’acciaio (+2,4%), la plastica (+1,4%) e il legno (+0,8%), mentre il vetro e l’alluminio faticano facendo segnare, rispettivamente, un calo del 10,8% (248mila tonnellate in meno) e dell’1,5 per cento.
Fonte: Il Sole 24 Ore