Riforma della giustizia, per i procedimenti disciplinari al via l’Alta Corte
La riforma costituzionale sceglie di separare l’autogoverno della magistratura dalla funzione disciplinare: se il primo resta in capo ai due Consigli superiori della magistratura – giudicante e requirente –, per la seconda la proposta è di attribuirla alla nuova Alta Corte disciplinare.
Cosa cambia
La disciplina del nuovo organo è contenuta nel testo (riscritto) dell’articolo 105 della Costituzione. In base a questo, l’Alta Corte sarà composta da 15 giudici, in carica per quattro anni.
Sei saranno laici: tre dovranno essere nominati dal Presidente della Repubblica tra professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno 20 anni di esercizio; e tre saranno estratti a sorte da un elenco di persone con gli stessi requisiti, compilato dal Parlamento in seduta comune entro sei mesi dal suo insediamento.
Gli altri nove componenti saranno magistrati, sei giudicanti e tre requirenti. La riforma prevede che siano estratti a sorte tra gli appartenenti alle rispettive categorie che però abbiano alle spalle almeno 20 anni di esercizio delle funzioni giudiziarie e che svolgano o abbiano svolto funzioni di legittimità.
Il presidente dell’Alta Corte dovrà essere eletto tra i componenti laici. Sarà garantito il doppio grado di giudizio: le sentenze di primo grado emesse dall’Alta Corte potranno essere impugnate, anche per motivi di merito, di fronte alla stessa Alta Corte, che giudicherà con una composizione diversa.
Fonte: Il Sole 24 Ore