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Riforma fiscale, ecco i 22 ritocchi del 2025. Concordato, perdite e riserve spingono l’attuazione
Riforma all’extra time
Con tanti dossier aperti non c’è da stupirsi dell’allungamento dei tempi: ci saranno 12 mesi in più, fino al 29 agosto 2026, per emanare i decreti delegati; e i testi unici potranno essere redatti entro il 31 dicembre 2026. Così prevede il Ddl di proroga (Ac 2384), approvato in commissione alla Camera e atteso all’ok finale prima della pausa estiva.
Quanto ai testi unici, dopo la tripletta di fine 2024, quest’anno ne è arrivato finora in Gazzetta Ufficiale solo uno, quello sulla riscossione. Posto che l’efficacia di questi testi è differita, ce n’è un altro in arrivo, sull’imposta di registro e gli altri tributi indiretti: le commissioni parlamentari sono chiamate a esprimersi entro il 18 luglio; la Conferenza unificata è invece convocata giovedì prossimo. Un ulteriore testo unico, sull’Iva, potrebbe essere esaminato insieme al nuovo decreto Irpef-Ires.
Regolamenti attuati al 50%
A livello numerico, sono stati varati 56 atti di secondo livello sui 111 richiesti dai decreti delegati finora in vigore. La percentuale resta stabile da mesi intorno al 50 per cento. Non solo perché si aggiungono nuovi decreti legislativi, ma anche perché in alcuni casi la norma non fissa un numero massimo di interventi attuativi: basta pensare al rafforzamento dei servizi digitali delle Entrate, previsto dal decreto Adempimenti (Dlgs 1/2024), da cui sono scaturiti quattro provvedimenti del direttore dell’Agenzia; ultimo, in ordine di tempo, il documento del 2 aprile sull’istanza online per la rettifica dei dati catastali.
Gli atti varati aumentano da 56 a 58 se si contano anche i due che sono intervenuti su capitoli già attuati: il Dm Mef del 25 giugno sul calcolo del bonus assunzioni e il provvedimento delle Entrate del 3 giugno che ha prorogato il termine per la dichiarazione semplificata dei sostituti d’imposta.
Le modifiche ai decreti legislativi nella maggior parte dei casi non hanno generato nuove norme da attuare. Ma servirà un nuovo Dm del Mef alla luce del fatto che – a partire dai dati 2025 – l’invio delle spese mediche al sistema Ts avrà cadenza annuale. Una rincorsa tra decreti, insomma.
Fonte: Il Sole 24 Ore