Rimpasto a Londra, agli Esteri una fedelissima di Johnson

LONDRA – Rimpasto di Governo importante ma senza sorprese in Gran Bretagna: il premier Boris Johnson ha cambiato la sua squadra eliminando alcuni vecchi alleati e nominando nuovi ministri degli Esteri, della Giustizia e dell’Istruzione.L’obiettivo del rimpasto è stato «creare una squadra forte e unita per ripartire meglio dopo la pandemia», ha detto il portavoce di Johnson.

Liz Truss dal Commercio al Foreign Office

La vincitrice della giornata è Liz Truss, una fedelissima di Johnson, che è stata nominata ministro degli Esteri, diventando la seconda donna ad avere l’incarico dopo la laburista Margaret Beckett, nominata da Tony Blair nel 2006.

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La Truss è stata premiata per l’energia e l’entusiasmo con cui si era lanciata nel suo ruolo precedente di ministro del Commercio Estero, concludendo accordi commerciali con diversi Paesi tra cui Giappone, Norvegia, Australia e Nuova Zelanda e proclamando la sua incrollabile fiducia nel radioso futuro della Gran Bretagna post-Brexit. La Truss, il ministro più popolare nei sondaggi tra i membri del partito conservatore, affiancherà al suo nuovo ruolo quello di ministro responsabile delle donne e dell’uguaglianza.

Raab retrocesso alla Giustizia

La vittima più illustre del rimpasto è Dominic Raab, che da ministro degli Esteri è stato retrocesso a ministro della Giustizia, con l’aggiunta dei ruoli di vicepremier e Lord Chancellor come premio di consolazione. L’annuncio è arrivato al termine di un lungo e pare tempestoso colloquio a Downing Street tra Johnson e Raab, con il ministro uscente visibilmente non soddisfatto del trattamento ricevuto.

Raab era considerato uno dei ministri più vicini a Johnson e lo scorso anno aveva preso le redini del Governo quando il premier malato di Covid era stato ricoverato in terapia intensiva. Ha pagato però la sua gestione maldestra della crisi in Afghanistan, quando aveva tardato a tornare dalle vacanze estive mentre Kabul cadeva in mano ai talebani e aveva poi cercato di minimizzare la gravità della situazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore