Riso, parte la raccolta. L’Italia è la più grande risaia d’Europa: in aumento i terreni coltivati

Riso, parte la raccolta. L’Italia è la più grande risaia d’Europa: in aumento i terreni coltivati

Un raccolto nella media sia in termini qualitativi, sia sui tempi di ingresso delle prime mietitrebbie nei campi: è quanto emerge dai produttori che in questi giorni hanno dato il via alla raccolta del riso in Italia. L’annata ha fatto registrare un incremento del 4% della superficie complessiva nazionale dedicata a questo cereale, e non ha fatto segnare particolari problemi dal punto di vista meteorologico, tranne qualche sbalzo termico nelle ultime settimane. Per le indicazioni sulle rese finali bisognerà attendere le fasi di essicazione e di pilatura, tuttavia da Ente Nazionale Risi anticipano che le prime analisi «indicano rese accettabili».

Il dato complessivo

In base alle denunce presentate dai risicoltori quest’estate, si stima una superficie complessiva destinata a riso in Italia di 235.450 ettari, con un incremento di 9.300 ettari rispetto al 2024. In aumento le semine di Lunghi A e Lunghi B, mentre le superfici dei Tondi e Medi sono stimate in calo. Il dato complessivo attesta l’Italia come primo Paese produttore di riso in Europa, e primo per estensione. A detenere il primato nazionale è il Piemonte, con circa 117mila ettari coltivati quest’anno, concentrati maggiormente nelle due principali province risicole di Vercelli e Novara. Solo nel Vercellese, che la scorsa settimana ha ospitato la prima edizione del festival Risò alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, è custodito il 70% delle risaie piemontesi. Segue la provincia di Novara e appezzamenti minori tra Alessandria, Biella e Torino. La coltivazione del riso in Lombardia ha invece interessato più di 95mila ettari, concentrati soprattutto nella provincia di Pavia con circa 80mila ettari. A seguire le province di Milano, Lodi e Mantova. Vercelli, Novara e Pavia da sole coprono il 90% della risicoltura nazionale, con una produzione stimata di circa 1,4 miliardi di chili di risone all’anno.

L’effetto del meteo

«Dalle prime indicazioni delle aziende – commenta la presidente di Ente Risi, Natalia Bobba – possiamo dire che siamo nella media degli altri anni sia come qualità che come periodo di inizio della raccolta. Al momento stanno emergendo rese accettabili, ma tutto è ancora prematuro, perché il clou del taglio avverrà la prossima settimana, meteo permettendo». Anche la Coldiretti evidenzia il fatto che per poter quantificare con esattezza le quantità occorrerà attendere l’evoluzione del meteo nelle prossime settimane, e l’avvio delle fasi di essiccazione e pilatura, «con l’auspicio però – commentano – che la produzione possa seguire l’aumento di superficie vista quest’anno».

L’alleanza europea

La campagna 2025/2026 cade in un anno particolarmente significativo per la storia del riso, che celebra gli 80 anni del Carnaroli, la varietà da risotto più conosciuta al mondo, e i cento anni dai primi incroci tra varietà, avvenuti nell’ex Stazione sperimentale di risicoltura di Vercelli. Ma è anche una campagna su cui incombono molte incognite legate ai costi di produzione e alle importazioni di prodotto straniero a dazio zero. Temi evidenziati durante il convegno di una settimana fa al Teatro Civico di Vercelli alla presenza di nove ministri e delegati dell’agricoltura degli Stati europei produttori di riso, tra cui il ministro Lollobrigida. Proprio in quell’occasione è stata annunciata la nascita di Eurice, l’alleanza europea per il futuro del settore del riso.

Fonte: Il Sole 24 Ore