Riutilizzo acque, in estate dal depuratore di Nosedo tutta la risorsa trattata va all’agricoltura

Riutilizzo acque, in estate dal depuratore di Nosedo tutta la risorsa trattata va all’agricoltura

A fine settembre, al termine della stagione irrigua che inizia a maggio, il depuratore di Nosedo – uno dei tre gestiti da MM, la controllata del comune di Milano che serve la città – avrà dato pressoché la totalità dell’acqua trattata nel periodo al Consorzio Vettabbia, che comprende circa 90 aziende agricole del locale Parco Sud. Si tratta di circa 50 milioni di metri cubi, dei 140 depurati ogni anno, forniti a titolo gratuito. La quota di riutilizzo rimane negli anni molto alta, oltre l’85%, ed è strettamente legata ai fenomeni metereologici e all’andamento della piovosità, infatti più l’estate è siccitosa e più aumenta la domanda. Nosedo rimane in ogni caso un esempio virtuoso in un contesto italiano in cui secondo le ultime rilevazioni solo il 4% della risorsa idrica trattata va direttamente all’agricoltura. Il resto viene disperso in acque superficiali e fiumi, che a loro volta contribuiscono all’irrigazione dei campi.

All’interno del Parco agricolo

Ci sono diversi motivi che spiegano l’alta capacità di rimettere in circolo la risorsa di Nosedo, pure spinta da atti normativi come il decreto ministeriale 185/2003 sul riuso delle acque, di cui è in corso una revisione, e il regolamento Ue 2020/741. Il primo è la collocazione geografica del depuratore: nel Parco agricolo Sud di Milano, sede naturale di aziende dedite all’agricoltura che garantiscono da una parte una costante domanda di acqua, e dall’altra la presenza di un’infrastruttura di rete molto capillare, cioè tubi e canali per il trasporto della risorsa trattata che esce dall’impianto.

Il secondo motivo è legato alla qualità dell’acqua: quella in uscita da Nosedo è paragonabile alla classe A, la più pregiata. Dei circa 3.500 ettari irrigati con quella depurata, il 55% è coltivato a mais, il 35% a riso, il 10% a cereali e foraggio. Questa qualità è data da investimenti nelle tecnologie di depurazione spinta che comprendono essenzialmente due trattamenti aggiuntivi, rispetto allo standard: la filtrazione ulteriore dell’acqua attraverso sabbia e poi la disinfezione, la rimozione cioè di eventuali patogeni rimasti, che a Nosedo viene fatta con acido peracetico, che non lascia sottoprodotti e non crea residuo che può danneggiare le colture.

Le aree di stoccaggio

Francesco Mascolo, amministratore delegato di MM – nonché vicepresidente di Ape, Aqua Publica Europea (l’associazione dei gestori pubblici europei) – sottolinea la scelta fatta a monte: «MM ha investito per mantenere e migliorare le tecnologie di affinamento delle acque depurate per garantire il livello di qualità necessario alle aziende agricole del territorio».

Fonte: Il Sole 24 Ore