Robot al palo, il mini-rimbalzo non chiude il gap aperto nel 2024

Robot al palo, il mini-rimbalzo non chiude il gap aperto nel 2024

Il rimbalzo non c’è. Limando al ribasso le stime effettuate a fine 2024, Ucimu vede per l’anno in corso una crescita limitata per produzione e consumo nazionale di robot. Progresso inferiore ai tre punti che sana solo in minima parte la voragine aperta lo scorso anno, con un output di macchine utensili crollato di oltre un miliardo per effetto della caduta verticale dei consumi di settore in Italia, abbattuti di oltre il 36%.

«Dopo il disastroso 2024 -spiega il presidente di Ucimu-Sistemi per Produrre Riccardo Rosa nel corso dell’assemblea annuale – il 2025 dovrebbe darci qualche soddisfazione in più ma mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo, considerato l’avvicendarsi di fenomeni davvero preoccupanti: dalle guerre commerciali a quelle militari». Le stime del comparto, che posizionano la produzione poco oltre i livelli 2021, sono il combinato disposto di un mix negativo che da un lato vede una persistente debolezza dei mercati internazionali (solo +1% per l’export)innescata dalle ipotesi di guerre commerciali, dall’altro la lunga impasse della misura Transizione 5.0, partita in ritardo rispetto alle attese e dunque prima responsabile del congelamento di numerose commesse nazionali, (solo +5,9% quest’anno dopo il -39,5% del 2024) messe in stand-by dai clienti in attesa di poter sfruttare i maggiori benefici fiscali promessi.

«In un momento cruciale come quello che stiamo vivendo, con una domanda interna ed estera decisamente debole, gli strumenti di incentivo risultano indispensabili per sostenere il progressivo e necessario cambiamento. Anche perché – prosegue Rosa – la Germania si doterà presto di un piano di sostegno e rilancio della sua industria. Al Governo chiediamo un intervento immediato su Transizione 5.0, per ottenere il prolungamento della sua operatività oltre il termine previsto. Ma se ciò non fosse possibile, chiediamo almeno di convertire i fondi disponibili su nuove misure. Ragionando fin d’ora sulle politiche nazionali che dovranno accompagnare lo sviluppo dell’industria dal 2026».

Se il tiraggio della misura ha accelerato nelle ultime settimane (siamo a 1,3 miliardi, un miliardo in più rispetto ai livelli di inizio 2025), resta però ancora distante dai 6,24 miliardi disponibili, soglia irraggiungibile visti lo scarso tempo a disposizione. «Sulla base dell’esperienza riteniamo siano necessari provvedimenti strutturali che permettano alle aziende di pianificare con fiducia i propri investimenti, evitando così picchi di lavoro insostenibili per i costruttori italiani, specializzati nella produzione su commessa. Troppo spesso le Pmi rischiano di perdere ordini anche importanti perché il lead time di un bene super-customizzato come il nostro non assicura la consegna nei termini previsti dall’incentivo, avvantaggiando tra l’altro l’import. Un doppio danno, in sostanza».

Fonte: Il Sole 24 Ore