
Robot umanoidi e Ai miglioreranno la sicurezza di 3 milioni di addetti della filiera della costruzioni
Robot umanoidi e intelligenza artificiale sono le nuove frontiere della sicurezza per gli oltre 3 milioni di lavoratori che fanno parte della lunga filiera delle costruzioni che ha una produzione complessiva di 624 miliardi di euro. Il settore, come mostrano gli ultimi dati del Formedil, è molto impegnato sul tema della formazione sull’innovazione e sulla salute e sicurezza. L’ente costituito congiuntamente da Ance, sindacati confederali, Anaepa, Confartigianato, Cna,, Casartigiani, Claai, Confapi, Confcooperative, Agci, Legacoop Produzione e Servizi, basa le sue attività su una rete di 114 enti territoriali, che opera su tutto il territorio nazionale per assicurare una formazione continua, specialistica e sempre aggiornata. Nel 2023, il Formedil ha svolto 17.892 corsi di formazione, ha formato 176.921 allievi, ha erogato 302.802 ore di formazione e 38.110 visite in cantiere, per diffondere e verificare l’applicazione delle buone pratiche di sicurezza.
Il passo avanti con le parti sociali
Le parti fondatrici vogliono però andare oltre, come emerso alla Biennale di Venezia, nell’ambito di Construction Futures Research Lab, progetto speciale della 19esima Mostra Internazionale di Architettura promosso da Ance insieme alla Filiera Fondamentale. Fondamentale rappresenta le principali organizzazioni datoriali e i sindacali insieme ai due enti bilaterali Formedil e Sanedil e ha messo al centro il ruolo chiave dell’innovazione tecnologica e della formazione per guardare al futuro del settore delle costruzioni.
I robot umanoidi per migliorare il lavoro
La presidente del Formedil, Elena Lovera, parlando a nome di Fondamentale, ha sottolineato la grande scommessa di tutta la filiera unita rispetto alle innovazioni tecnologiche: «Oggi è il nostro primo passo, ma il percorso va avanti. Il progetto che ci vede qui in Biennale, con lo studio sulle applicazioni dei robot umanoidi, ha l’obiettivo di migliorare il lavoro nelle costruzioni. I robot non sostituiranno gli uomini, ma li aiuteranno nelle situazioni più critiche e complesse. E questo affinchè il cantiere sia sempre più sicuro, di qualità e inclusivo di competenze e saperi trasversali. Siamo darwiniani e siamo convinti che la strada migliore per resistere è quella di adattarsi al cambiamento».
Il dibattito
L’intelligenza artificiale rappresenta «la più grande rivoluzione culturale e antropologica degli ultimi decenni, paragonabile per il suo impatto all’avvento della scrittura, sottolineando che non dobbiamo averne paura, perché è un processo inevitabile, ma impegnarci per governarla efficacemente a nostro favore», ha evidenziato Mario Rasetti che è docente di Fisica teoretica al Politecnico di Torino. Anche Giuseppe Italiano, docente di Computer science alla LUISS, ha posto l’accento sulla velocità del cambiamento impressa dalle nuove tecnologie: «Se le automobili hanno impiegato 60 anni per raggiungere 50 milioni di utenti, i social hanno raggiunto gli stessi numeri in pochi giorni. Se fino a 10 anni fa le aziende più ricche al mondo erano quelle del petrolio, oggi sono quelle digitali a farla da padrone: basti pensare che Microsoft e Apple hanno lo stesso Pil del Regno Unito». Antonello Marotta che insegna Progettazione all’Università di Sassari ha descritto come le cattedrali e altre opere di architettura possono essere esempio di intelligenza collettiva e di interazione tra uomo e natura, mentre Donato A. Grasso, docente di Zoologia all’Università di Parma, ha raccontato il modello di società organizzata delle formiche, insetti sociali che di fatto utilizzano un sistema di intelligenza collettiva nelle interazioni e nella suddivisione del lavoro. La filosofa e fondatrice di Tlon, Maura Gancitano, ha invece parlato del cambio di prospettiva determinato dall’avvento delle nuove tecnologie, di cui dobbiamo conoscere a fondo anche i rischi.
Fonte: Il Sole 24 Ore