«Rolls Royce conta su una tecnologia avanzata e barriere all’ingresso»
Sottopeso sul settore bancario, sovrappeso sull’industriale e tecnologico. Ecco in estrema sintesi la posizione di Frederic Jeanmaire, gestore del fondo Ct Pan European Focus di Columbia Threadneedle Investments.
Le incognite geopolitiche hanno spinto soprattutto i titoli legati al settore della difesa. Ci sono ancora margini di crescita?
I titoli puramente legati alla difesa hanno registrato ottime performance quest’anno, portando a un cambiamento delle valutazioni. In più, dopo il recente allentamento delle esclusioni Esg, un maggior numero di investitori può detenere questi titoli in portafoglio. Riteniamo però utile rimanere selettivi in questo settore, come lo siamo in tutti gli altri, consapevoli dell’evoluzione delle tecnologie, dell’impatto delle politiche di riarmo e anche della pressione esercitata dagli Stati Uniti per l’acquisto di prodotti americani. Crediamo, infatti, si possano ottenere buoni risultati investendo in business diversificati, ovvero laddove una solida attività civile si abbini ad un’interessante esposizione al settore difesa: ne sono un esempio Rolls e Safran, che vendono motori aeronautici sia per uso civile che militare e con redditizie attività di assistenza post-vendita.
Sui listini di quali paesi europei, in questo momento, sarebbe più opportuno indirizzarsi e su quali settori?
Il nostro approccio di investimento è prevalentemente bottom-up; pertanto, non applichiamo un filtro geografico o settoriale come elemento iniziale del processo di selezione. Ciò detto, ci sono alcuni settori in cui oggi intravediamo più facilmente modelli di business validi e altri in cui le opportunità sono più limitate. In generale, tendiamo ad evitare l’Oil&Gas, le utility tradizionali e la chimica di base, in quanto trattandosi di settori commoditizzati le società hanno scarso controllo sui rendimenti dei prezzi o sulla crescita. Per questi motivi, riteniamo maggiormente sfidanti anche i settori dei beni di consumo e le società farmaceutiche, mentre il settore industriale si presenta come un universo ricco di modelli di business solidi e competitivi. Inoltre, privilegiamo il settore tecnologico, con un’elevata esposizione alle società coinvolte nella catena di produzione dei semiconduttori; siamo convinti che l’intelligenza artificiale richiederà una notevole capacità di elaborazione.
Che consiglio darebbe a un investitore che vuole affacciarsi sul mercato azionario europeo?
Di evitare quei settori con prodotti standardizzati e una concorrenza eccessiva, così come le società che non occupano una posizione redditizia nella catena di valore. Questa filosofia porta a sottopesare oggi i settori bancario ed energetico e, di contro, a sovrappesare i settori industriale e tecnologico, investendo in società che hanno posizioni dominanti in mercati specifici e che dispongono della tecnologia e dell’offerta necessarie per capitalizzare tali posizioni, in modo da generare e sostenere rendimenti elevati nel lungo termine.
Fonte: Il Sole 24 Ore