Rugby, Italia travolta e umiliata dalla Nuova Zelanda

LIONE – Beh, sì, diciamolo: qualcuno si era illuso. Ma non era proprio il caso. La Nuova Zelanda non poteva certo scherzare, in un match decisivo. E la determinazione con cui è scesa in campo non lasciava a priori alcuna possibilità agli Azzurri, che pure hanno avuto un avvio dignitoso. Ma poi tutte le differenze sono venute fuori ed è arrivato il diluvio.

L’umiliante 96-17 finale, le 14 mete subite (sette per tempo) e le due fatte quando il match era già ampiamente nelle tasche degli avversari ci portano indietro di decenni, ci spingono a chiederci se fu vera gloria anche quella legata ai progressi individuati negli ultimi tempi.

Altro che All Blacks appannati: a partire dal veterano Aaron Smith, autore di tre mete, per arrivare a tutti gli altri giocatori scesi in campo, si è vista una squadra affamata, lucidissima, tecnicamente inarrivabile, che univa a una difesa molto severa (ahi, la difesa azzurra…) uno strapotere fisico e pezzi di bravura individuali e collettivi in grado di stroncare, pure psicologicamente, ogni velleità avversaria. L’Italia ha avuto ben poco da opporre e stasera è sembrata una squadra “povera”, sicuramente lontana dalla vera élite internazionale.

La resistenza è durata poco più di un quarto d’ora, nel quale alla prima meta neozelandese – di Jordan – rispondeva un calcio piazzato di Allan. Ma poi ecco una delle sequenze peggiori della storia dell’Ovale di casa nostra: davanti ai 57mila del Groupama Stadium sono arrivate quattro mete nell’arco di nove minuti (firmate da Smith, Mo’unga, Savea e ancora Smith) e al 25’, sul 35-3, il match era già finito.

E in casa nostra non c’era una cosa che funzionasse, come ha sostanzialmente detto il capitano Michele Lamaro a fine partita: “Siamo andati male in mischia, in rimessa laterale, nei punti d’incontro, abbiamo patito la loro fisicità dal 15’ in poi, e tutti i tentativi di mettere gli All Blacks sotto pressione sono finiti male. Abbiamo subìto una dura lezione, loro volevano partire forte e ci sono riusciti mettendo subito la partita in discesa, noi abbiamo cominciato a sfaldarci dopo la terza meta presa”.

Fonte: Il Sole 24 Ore