
Sala: «Per un Piano Casa nazionale servono 100 miliardi»
L’Europa alla prova della sfida abitativa. Da priorità ad emergenza. A Milano si sono dati appuntamento Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo per la Coesione della commissione europea, e Irene Tinagli, presidente della commissione HOUS del Parlamento europeo, ed è intervenuto il commissario europeo all’energia e all’housing Dan Jørgensen che ha ricordato ad enti locali, stakeholder e cittadini, la consultazione pubblica aperta fino al 17 ottobre per ascoltare idee ed esperienze sulla casa, per contribuire, concretamente, dal territorio, a costruire il piano abitativo europeo.
«L’Unione Europea – ha sottolineato Dan Jørgensen – non dovrebbe sostituire le responsabilità nazionali, ma può dare un supporto per la connessione e responsabilizzare, sbloccando più finanziamenti e investimenti, offrendo nuovi strumenti politici ai governi nazionali, a regioni e città, riducendo la burocrazia e condividendo le migliori pratiche su come fornire servizi dignitosi, case sostenibili e ad un prezzo accessibile».
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha aperto i lavori (e li ha chiusi in un’intervista doppia con il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, moderati dalla stessa Tinagli), accennando al «piano nazionale per la casa richiamato anche dalla premier Giorgia Meloni», e a più riprese gli interlocutori invitati nei panel della discussione hanno ricordato l’impegno annunciato a giugno dal Ministro Matteo Salvini dell’ordine dei 600 milioni di euro contro il disagio abitativo. «Credo che sia necessario e giusto lavorare ad un Piano Casa – ha detto Sala – ma vuol dire investire un centinaio di miliardi, questa è la misura». Solo nel capoluogo lombardo il Piano Casa vale un paio di miliardi e prevede di mettere a disposizione aree comunali ai privati per realizzare 10mila appartamenti a prezzi accessibili per la classe media. «Per ragioni di bilancio – il commento del sindaco – è impensabile che si possa avere queste risorse: dobbiamo intenderci con le città, con il governo e con la Ue per capire chi fa che cosa e come questo tema vada affrontato».
A Palazzo Marino si sono confrontati Cdp e Bei, con Assoimmobiliare, Fondazione Cariplo, Ance, Federcasa, Housing Europe, Confcooperative, Fondazione Housing Sociale e Legacoop: tutti condividono l’urgenza e tutti chiedono di poter affrontare “insieme” la questiona abitativa.
«Il tema è complesso, l’emergenza c’è ma abbiamo messo strumenti, risorse e programmazione per affrontarlo – ha spiegato Fitto alla platea milanese – l’obiettivo minimo è di raddoppiare le attuali risorse destinate alla casa».
Fitto ha richiamato l’attenzione sull’impegno ad approvare l’agenda per le città entro l’anno, per indirizzare le risorse in modo mirato, anche rivedendo l’attuale politica di coesione del bilancio 2021-2027 e per definire strategie e obiettivi per il bilancio 2028-2034, frutto di un ampio confronto pubblico. Parole d’ordine “semplificazione e flessibilità” considerando cinque priorità che su base volontaria possono modificare l’attuale programmazione (difesa, competitività, energia, acqua e casa appunto). Fitto ricorda che con il Pnrr, attraverso i Piani integrati e il Pinqua si sono stati stanziati 5 miliardi di euro per la casa, a cui si aggiungono politiche di coesione dedicate alle città metropolitane. Altro driver rimane quello dell’efficientamento energetico, richiamato da diversi portatori di interesse come occasione per rinnovare il patrimonio pubblico.
Fonte: Il Sole 24 Ore