Sale la tensione su Cdp: incognita quote rosa in cda

Sale la tensione su Cdp: incognita quote rosa in cda

Con i giorni che passano il rinnovo dei vertici di Cassa depositi e prestiti si fa sempre meno tranquillo a dispetto delle previsioni della vigilia.

A pochi giorni dalla nuova convocazione dell’assemblea, in calendario per il 15 luglio dopo quattro tentativi andati a vuoto, sul tavolo arriva la questione delle quote di genere nel consiglio di amministrazione. Il dossier sarà al centro di una parte straordinaria dell’Assemblea della Cassa, che sarà chiamata a esaminare una modifica dello Statuto.

La notizia, anticipata ieri da Repubblica, ha acceso il dibattito politico, con le opposizioni che chiedono un’informativa alle Camere al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sulle sorti delle quote di genere ai vertici di Via Goito. L’accusa è «un allentamento del criterio dell’equilibrio di genere, un’autentica vergogna» secondo il responsabile economico dei Dem Antonio Misiani, mentre da Iv Maria Elena Boschi si complimenta ironicamente con Giorgia Meloni, «prima donna premier che ricostruisce il tetto di cristallo».

L’ipotesi rilanciata dall’opposizione sarebbe quella di una «lista di soli uomini» in arrivo dal Tesoro. Ma il quadro è più articolato e i risultati potrebbero andare in direzione opposta.

Per capirlo bisogna addentrarsi nella complessa governance di Cdp. Governata da un consiglio di amministrazione di nove membri in cui, da Statuto, i due quinti dei membri devono essere del «genere meno rappresentato». L’organo di vertice è però integrato da cinque membri: i due rappresentanti del Mef, che per legge sono il Ragioniere generale e il dg del Tesoro, e i tre «esperti» scelti da Regioni, Province e Comuni.

Fonte: Il Sole 24 Ore