Salute mentale, la mappa delle viste gratis aspettando le risorse e il nuovo Piano per l’Italia

Salute mentale, la mappa delle viste gratis aspettando le risorse e il nuovo Piano per l’Italia

Lo ha certificato il ministro della Salute Schillaci: «la grande sfida della nostra epoca è la salute mentale» e infatti in Italia «circa una persona su sei soffre di disturbi mentali. Disturbi che negli ultimi anni sono aumentati e che coinvolgono sia la popolazione adulta che quella più giovane». Un quadro allarmante, esploso con la pandemia, che vede (finalmente) moltiplicarsi gli sforzi per migliorare l’assistenza in un’ottica One Mental Health. Per questo si moltiplicano le iniziative istituzionali ma anche del privato, con focus specifici su fasce di popolazione più fragili, come i giovanissimi il cui disagio si manifesta in “effetti collaterali” come i disturbi del comportamento alimentare. Ma nessuno è escluso, tanto che i pacchetti di welfare aziendale più “avanzati” prevedono un’attenzione anche al disagio psicologico.

In manovra (forse) 80 mln

Schillaci ha annunciato anche un fondo di 80milioni di euro chiesto nella prossima legge di bilancio per finanziare il nuovo Piano nazionale Salute mentale 2025-2030 messo a punto da un tavolo guidato dallo psichiatra Alberto Siracusano, poi riveduto e corretto dopo le osservazioni delle Regioni che dovrebbero ora approvarlo. In un quadro, va sottolineato, di risorse oggi scarsissime. Come conferma chi da sempre lavora sul campo come i direttori dei Dipartimenti di salute mentale che riuniti a Roma in occasione della Giornata mondiale del 15 ottobre hanno ribadito dati sconfortanti: dal 2015 al 2022, i finanziamenti sono scesi da 3,79 miliardi (3,49% del Fabbisogno sanitario nazionale) a 3,476 miliardi (2,9%), rispetto a un obiettivo minimo del 5% che è lo standard raccomandato per Paesi a basso-medio reddito. Abissale la distanza da Paesi in cui si supera il 10% della spesa sanitaria come UK, Francia e Canada.

Da noi il sottofinanziamento della salute mentale è un boomerang che «genera costi maggiori per l’intero sistema: ricoveri, farmaci, perdita di produttività e impatto familiare – avvisa Fabrizio Starace presidente della Siep, la Società italiana di Epidemiologia psichiatrica -: secondo la stima Ocse i costi determinati da problemi di salute mentale per mancati investimenti impattano nel complesso per il 3,3% sul Pil».

Una perdita che al ministero della Salute hanno ben presente e che, come ha ricordato Schillaci in occasione del convegno One Mental Health, «supera i 60 miliardi di euro l’anno e che pesa gravemente sul Servizio sanitario, sui sistemi assistenziali e sociali e sul mercato del lavoro». Da qui l’obiettivo di «guardare a questo tema con una visione nuova e integrata. Una visione One Mental Health che tiene presenti non solo agli aspetti clinici, ma anche a quelli sociali, culturali e ambientali e che mette al centro la persona con tutto il suo vissuto. È evidente – ha detto ancora Schillaci – come la tutela della salute mentale richieda una risposta corale, fondata su prevenzione, prossimità e integrazione. Con questo spirito abbiamo istituito il tavolo tecnico sulla salute mentale che dopo oltre 10 anni ha aggiornato il Piano nazionale per la salute mentale 2025-2030 proprio in un’ottica di One Mental Health».

Fonte: Il Sole 24 Ore