Salva casa, la Sardegna blocca le mini abitazioni ma ora c’è l’impugnativa

Salva casa, la Sardegna blocca le mini abitazioni ma ora c’è l’impugnativa

La Sardegna blocca le mini case. E si assume il rischio di una prossima, molto probabile, impugnativa del Governo per tutelare l’applicazione unitaria del Salva casa (il decreto n. 69/2024) su tutto il territorio nazionale.

È l’esito di diversi mesi di approfondimenti e di una settimana dedicata dal Consiglio regionale dell’isola a licenziare un disegno di legge che, in sostanza, ritocca e aggiorna diversi aspetti della legge urbanistico edilizia sarda (datata 1985) e, allo stesso tempo, recepisce proprio il Salva casa, sebbene non lo faccia in blocco. Nel pomeriggio di ieri è arrivata l’approvazione della norma che è già un caso: è la prima deroga pesante che un Governo locale decide di adottare al decreto in materia di sanatorie e regolarizzazioni, voluto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Non a caso proprio il ministro, qualche settimana fa, ha scritto alla giunta guidata da Alessandra Todde, auspicando correttivi e spiegando che «gli standard edilizi sono un livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, da garantire su tutto il territorio nazionale, non potendosi ammettere, su aspetti di primario rilievo sociale ed economico, una tutela frammentaria e diversificata della disciplina di settore». Parole che fanno pensare a una prossima impugnativa dell’esecutivo. Un passo temuto da molti in Consiglio regionale e sul quale si è a lungo discusso nei due giorni di dibattito e votazioni in assemblea.

L’agibilità

Al centro della contesa c’è l’articolo 11 del disegno di legge. «In materia di agibilità degli immobili e deroghe ai requisiti igienico sanitari – dice il primo comma – trovano applicazione l’articolo 24, esclusi i commi 5-bis, 5-ter e 5quater, e l’articolo 26 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001, e successive modifiche ed integrazioni». L’esclusione, fuori dal linguaggio tecnico, riguarda i passaggi del Salva casa che, in fase di conversione del decreto, hanno avviato il processo di ripensamento dei criteri di agibilità degli immobili, ormai risalenti al 1975 e da molti considerati anacronistici.

In quei passaggi si dice che il progettista abilitato è autorizzato ad asseverare la conformità del progetto alle norme igienico-sanitarie in caso di locali con un’altezza minima interna inferiore a 2,70 metri, fino al limite massimo di 2,40 metri, e «di alloggi monostanza, con una superficie minima, comprensiva dei servizi, inferiore a 28 metri quadrati, fino al limite massimo di 20 metri quadrati, per una persona, e inferiore a 38 metri quadrati, fino al limite massimo di 28 metri quadrati, per due persone».

Fonte: Il Sole 24 Ore