Salva casa, scatta la fase due: prontuario e moduli unici

Salva casa, scatta la fase due: prontuario e moduli unici

Rendere pienamente operative le sanatorie del Salva casa. Senza molti annunci, ma con un lavoro tecnico che sta avanzando nelle stanze dell’esecutivo, entro fine anno il Governo punta a mettere in moto la fase due del decreto 69/2024, con una manovra poggiata su due pilastri: un prontuario, preparato dal ministero delle Infrastrutture, e l’aggiornamento dei modelli standard per l’edilizia (Scia, Cila, permesso di costruire, agibilità), ai quali sta lavorando una commissione di esperti, nella quale siedono anche rappresentanti di professioni e associazioni di imprese, che sta collaborando con il ministero della Pubblica amministrazione e con quello delle Infrastrutture, con l’obiettivo di arrivare entro fine anno in Conferenza unificata tra Governo, Regioni ed enti locali.

Il Salva casa, in questi primi mesi di applicazione (la sua prima versione è entrata in vigore il 30 maggio), ha mostrato grandi potenzialità ma anche diversi difetti. Sono molti, infatti, i dubbi interpretativi che stanno impedendo alle amministrazioni locali di applicare in pieno le sue sanatorie. Su molti temi manca un indirizzo univoco e circolano già da diverso tempo documenti che analizzano nei dettagli i problemi che stanno frenando la presentazione delle pratiche.

Le sanatorie per le varianti in corso d’opera ante 1977

Un esempio, per tutti, è quello delle sanatorie per le varianti in corso d’opera realizzate prima del 1977. Si tratta, nelle intenzioni, di una procedura rapida per rendere pienamente legittime variazioni effettuate in cantiere per le quali, all’epoca della realizzazione, non esisteva nemmeno il modo di presentare un titolo in Comune.

La difficoltà operativa è, però, rappresentata dal fatto che per questa sanatoria si fa rinvio a un altro articolo del Testo unico edilizia (il 36-bis) che disciplina il pagamento di una sanzione, da calcolare anche in base al rispetto della conformità urbanistica ed edilizia. In sostanza, questa sanatoria semplificata (teoricamente molto allettante per tanti cittadini e legata a situazioni antiche, nelle quali ormai manca l’interesse alla rimozione dell’abuso) verrebbe appesantita dalla verifica della compatibilità con norme tecniche edilizie, con regolamenti comunali e con regole urbanistiche. Bisogna, quindi, verificare la regolarità urbanistica ed edilizia? E come si calcolano le sanzioni?

Proprio su queste incertezze, diventate molte nel corso dell’applicazione di questi mesi, possono agire le indicazioni interpretative allo studio. Le linee guida del ministero delle Infrastrutture sono già in fase di scrittura, passeranno da una fase di consultazione, e poi saranno pubblicate. Al loro interno si parlerà anche di sanzioni. Da molte parti è stata lamentata la complessità eccessiva del decreto su questo punto: quindi, il prontuario spiegherà quali sono le cifre richieste per le diverse tipologie di regolarizzazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore