San Siro, strada in salita per la vendita Il Comune fissa i paletti per il contributo pubblico a bonifiche e demolizioni

San Siro, strada in salita per la vendita Il Comune fissa i paletti per il contributo pubblico a bonifiche e demolizioni

Un incontro che non indica la scelta definitiva ma prende tempo. È stato questo l’esito del confronto sulla vendita di San Siro tra la vicesindaca di Milano, Anna Scavuzzo, momentaneamente anche delegata all’Urbanistica (finché non si troverà un altro assessore), e i vertici del Pd.

Qualche paletto è stato comunque fissato dal Comune, come riportato dalla capogruppo del Pd Beatrice Uguccioni, sulle compartecipazione pubblica ad eventuali costi aggiuntivi che le squadre Inter a Milan potrebbero sostenere. Si parla di un tetto di 9 milioni per le bonifiche; 12 milioni per la riqualificazione del tunnel Patroclo e altri 12 per la demolizione dello stadio. Valutazioni che comunque verranno fatte a consuntivo, cioè a lavoro ultimato da parte di Inter e Milan, o comunque in fase avanzata dei cantieri.

A questo si aggiunge la richiesta del comitato per la legalità di ricevere garanzie sulla capacità finanziaria degli acquirenti (attraverso l’uso di fidejussioni) e sulla continuità del progetto (attraverso il meccanismo dell’earn-out: se nei primi cinque anni le squadre vendessero l’area a terzi a valori superiori rispetto a quelli stabiliti, il Comune incasserebbe una plusvalenza fino al 50%, per poi ridursi).

A Palazzo Marino ieri erano tutti presenti: sia i rappresentanti del gruppo del Pd in consiglio comunale, sia vertici del partito milanese. Ma una posizione chiara sulla vendita di San Siro a Inter e Milan, dopo sei anni di dibattito, ancora non c’è. O meglio: forse ci sarebbe stata, ma le inchieste della procura sull’Urbanistica hanno complicato ulteriormente lo scenario. In linea generale la maggioranza dei democratici avrebbe sostenuto la delibera della giunta guidata da Beppe Sala, che a questo punto avrebbe già avviato la vendita alle società calcistiche per 197 milioni, cifra indicata dall’Agenzia delle entrate. Tuttavia le indagini dei pm di Milano hanno messo a nudo un possibile interesse della finanza immobiliare anche su queste aree, e così i democratici si trovano a fare una scelta difficile: sostenere la giunta milanese o marcare politicamente la distanza rispetto a scelte urbanistiche finite nelle pagine delle inchieste. In sostanza: assumersi una pesante – quanto necessaria – responsabilità politica o salvare la faccia. Non facile.

Fonte: Il Sole 24 Ore