Sanità, in manovra assunzioni e incentivi al personale. E l’intramoenia per gli infermieri

Sanità, in manovra assunzioni e incentivi al personale. E l’intramoenia per gli infermieri

Servirebbero almeno 3 miliardi per mettere a terra tutte le misure a cui stanno lavorando i tecnici del ministero della Salute per l’imminente legge di bilancio, ma già arrivare a 2 miliardi – l’asticella indicata dal ministro Schillaci al collega al Mef Giorgetti questa estate – sarebbe un “buon risultato”. Insomma la caccia alle risorse è partita, ma l’esito ancora non si conosce. Di sicuro c’è solo che che la gran parte delle risorse che ci saranno a disposizione per questa voce così sensibile per i cittadini saranno dedicate al personale sanitario per attrarre nuovi medici e infermieri o per evitare che fuggano dagli ospedali pubblici quelli che già ci lavorano.

Le priorità – a cui saranno destinati 1-1,5 miliardi se si ci saranno almeno 2 miliardi di dote – sono innanzitutto le assunzioni e poi gli incentivi, compresi quelli fiscali, per rendere più pesante la busta paga dei sanitari. Sul primo fronte si stanno studiando due strade: la prima, quella ideale, prevede finalmente il superamento del tetto di spesa sulle assunzioni con la messa a regime del meccanismo del fabbisogno del personale calcolato con un algoritmo a cui aveva lavorato a lungo l’Agenas (l’Agenzia sanitaria per i servizi regionali) e finora rimasto nei cassetti, in alternativa si ritoccherebbe ancora il tetto di spesa (l’ipotesi è di un 5%). Sul fronte degli incentivi ci sono un ventaglio di possibili interventi: per i medici si proverà di nuovo a riproporre, dopo il tentativo andato a vuoto dell’anno scorso, la defiscalizzazione dell’indennità di specificità (che vale circa 800 euro) al 15 per cento o in alternativa un suo possibile aumento. Per gli infermieri, che sono l’emergenza numero uno (ne mancano almeno 70 mila), si punta ad aumentare l’indennità di specificità almeno raddoppiandola (oggi vale circa 80 euro), ma tra gli incentivi a cui si punta c’è anche quella di rendere finalmente semplice e accessibile la libera professione anche per gli infermieri del Ssn, come nel caso dell’intramoenia dei medici. Si studiano anche benefit di welfare per rendere più attrattiva una professione da cui i giovani fuggono (all’ultimo test di ammissione c’erano più posti che candidati) con l’obiettivo di far sì che un infermiere con una laurea 3+2 – presto partiranno 3 nuove lauree magistrali – si avvicini a guadagnare quasi come un giovane medico. In futuro – dopo la manovra – l’obiettivo, non facile, è far uscire la contrattazione del personale sanitario da quello del resto del pubblico impiego proprio per dargli strumenti maggiormente flessibili.

Oltre al personale sanitario il ministro Schillaci punta anche a mettere sul piatto altro 500 milioni per i Drg (dopo il miliardo dell’anno scorso) e cioè le tariffe di rimborso dei ricoveri che non sono più aggiornati ai costi attuali. In pista anche 80-100 milioni per finanziare l’ultimo piano nazionale sulla salute mentale, mentre si punta a trovare 300 milioni per finanziare il nuovo Piano sanitario nazionale che manca da oltre 16 anni. I tecnici vorrebbero trovare anche più risorse possibili per rifinanziare le tariffe dei rimborsi della specialistica ambulatoriale (visite ed esami) che hanno visto la levata di scudi di laboratori e strutture private. Servono anche le risorse infrastrutturali (ex articolo 20) per fare i lavori negli ospedali per consentire di montare le 3100 nuove apparecchiature (tac, risonanze, ecc.) finanziate dal Pnrr.

La Fondazione Gimbe intanto ha sottolineato come con la spesa sanitaria pubblica ferma al 6,3% sul Pil nel 2024 l’Italia si colloca al 14esimo posto tra i 27 Paesi europei dell’area Ocse e in ultima posizione tra quelli del G7. Un quadro critico a fronte del quale i medici ospedalieri di Anaao Assomed chiedono “misure immediate” ed il Pd annuncia una “opposizione dura” in vista della Legge di Bilancio 2026.

Fonte: Il Sole 24 Ore