
Sanremo 2025 e ascolti: come leggere il confronto Carlo Conti – Amadeus
«Nessuna sfida con Amadeus, i suoi numeri sono imbattibili. Ha fatto un lavoro incredibile, straordinario». Da conduttore televisivo navigato qual è, nella tradizionale conferenza stampa che precede l’inizio del Festival di Sanremo Carlo Conti getta subito (tanta) acqua sul fuoco del possibile confronto con le edizioni condotte da Amadeus. Del resto è inevitabile che il discorso cada lì, arrivando alla guida di una spider (come già fatto in passato) ma che negli ultimi anni ha raggiunto velocità impensabili spinta dal duo Amadeus-Fiorello.
La pietra di paragone
È per questo che, a scanso di equivoci, l’unica variabile neutra sulla quale misurare la prima puntata della kermesse stasera 11 febbraio – grande successo o debacle – non può che partire dai risultati dello scorso anno. «Visto l’incremento del listino del 7% si può quindi considerare come obiettivo della prima serata quantomeno l’audience media prodotta lo scorso anno di 10,8 milioni. Ed era già Total audience come quella che sarà misurata quest’anno, su tutti gli schermi e non solo da televisore. Si tratta di una media derivante dai 15,1milioni della prima parte e dai 6,6 della seconda parte», spiega a Il Sole 24 Ore Francesco Siliato, media analyst dello Studio Frasi. «Sarà interessante vedere anche l’incremento del totale Tv. Lo scorso anno sui quattro martedì precedenti – aggiunge Siliato – fu di 4,8milioni tra le 21 e le 23».
Il nodo della sentenza Tar Liguria
La 75esima edizione arriva dunque al via preceduta peraltro, oltre che dal cambio del conduttore, quest’anno anche da una novità che rischia di risultare «storica». Una sentenza del Tar Liguria ha giudicato illegittimo l’affidamento diretto dell’organizzazione dell’evento alla Rai. Il ricorso al Consiglio di Stato è stata avanzato dalla Tv pubblica. Anche il sindaco di Sanremo, Alessandro Mager, ha annunciato che il Comune «sta per presentare un ricorso nel quale verrà posta la tesi della piena correttezza dell’operato dell’amministrazione. Chiederemo una sospensiva come ha fatto la Rai». Il tutto confermando comunque il lavoro sulla «manifestazione di interessi». Apertura alla valutazione di altri partner? «Non si tratta di essere aperti: è l’effetto conformativo della sentenza del Tar», ha chiosato il sindaco.
La Rai dal canto suo, per bocca di Marcello Ciannamea, direttore Intrattenimento Prime Time, lancia messaggi battaglieri: «Non temiamo assolutamente nessuno, rispettiamo tutti». Precisazione non casuale dopo l’intervista a Repubblica, molto mal digerita dalle pareti della Rai, di Alessadro Araimo, alla guida di Warner Bros Discovery Italia & Iberia che ha aperto le porte a un possibile interesse alla gara. «Siamo convinti di fare, anche a ridosso di fine festival, una proposta autonoma al Comune sulla falsariga della Convenzione», ha concluso Ciannamea. Che sembra trovare un involontario “alleato” nel co-conduttore Gerry Scotti, le cui parole, da uomo Mediaset, non possono passare inosservate: «È più facile che io conduca il festival qui alla Rai che Mediaset si prenda il baraccone Sanremo, così la vedo da telespettatore».
Assenza di monologhi e Festival «diffuso»
Intanto la prima novità destinata a far discutere è l’assenza di monologhi. «Il che non vuol dire che non ci saranno momenti di riflessione, ma questi saranno affidati alle canzoni», ha spiegato Conti. È una scelta politica? «In questa edizione non ho avuto nessuna pressione politica», specifica il conduttore. «Si tratta di una scelta che ha a che fare con i tempi televisivi. Sintetizzare il più possibile anche con delle riflessioni veloci è la mia idea». Intanto la concessionaria Rai Pubblicità guarda con grande fiducia al risultati di raccolta. Del resto (si veda Il Sole 24 Ore del 29 gennaio) le richieste hanno doppiato gli spazi a disposizione. «Il progetto che abbiamo sviluppato attorno al più grande evento strategico del nostro Paese ha creato un progetto di marketing sul territorio», ha sottolineato l’ad di Rai Pubblicità Luca Poggi.
Fonte: Il Sole 24 Ore