
Satelliti, via alla smart factory: investimento da 100 milioni
A regime dall’impianto, nel cuore del Tecnopolo Tiburtino, parco tecnologico d’eccellenza alla periferia est di Roma, arriveranno sul mercato 100 satelliti l’anno – circa due alla settimana – una volta che la “macchina” diverrà operativa entro fine anno. Sancendo un perfetto esempio di partnership pubblico-privata poiché l’investimento di oltre 100 milioni per realizzarla è il frutto dell’assist tra i fondi Pnrr, gestiti dall’Agenzia spaziale italiana, e lo sforzo dei privati.
L’inaugurazione alla presenza del capo dello Stato Mattarella e del ministro Urso
Non a caso a tenere a battesimo la nuova space smart factory targata Thales Alenia Space – la joint venture italo-francese partecipata da Thales e Leonardo – è stato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, giunto nel cuore della “Silicon Valley” capitolina per il taglio del nastro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Dal quale è arrivato un chiaro endorsement all’operazione definita «il gioiello tra le space smart factory realizzate finora nel nostro Paese con le risorse del Pnrr», che poi sono gli impianti di Argotec a San Mauro Torinese, di Cesi a Milano e di Sitael a Mola di Bari.
Cingolani: mercato imperdibile
Insomma, una rete di fabbriche interconnesse chiamata a proiettare l’Italia in un mercato «imperdibile», ha spiegato il ceo di Leonardo, Roberto Cingolani, che ha parlato di oltre 10mila satelliti pronti a essere lanciati nei prossimi anni e che ha rimarcato, anche in questa occasione, la volontà del gruppo di cercare alleanze oltreconfine. «Non smetteremo di credere in uno spazio europeo della difesa», ha sottolineato l’ad non prima di aver nuovamente respinto le accuse rivolte a Leonardo di vendita di armamenti a Israele e di complicità nel conflitto a Gaza («noi non abbiamo venduto un bullone a Israele da quando è iniziato il conflitto», ha scandito il top manager).
I tempi della firma preliminare per l’alleanza sui satelliti
Quanto alla partita aperta con Thales e Airbus per l’avvio di una partnership strategica sui satelliti (ribattezzata progetto “Bromo”), Cingolani si è mostrato ottimista. I tempi per una prima firma preliminare «potrebbero essere questione di giorni o settimane: i board stanno guardando i numeri, spero si faccia», ha chiarito il ceo : «Ho già fatto un’informativa al cda e e appena abbiamo un’idea chiara a tre, convocheremo un board straordinario». La quadra non sembra, dunque, così lontana. Ma la prudenza è d’obbligo anche perché, come ha spiegato lo stesso Cingolani, l’intesa industriale dovrà poi ricevere il placet dei governi «che fanno valutazioni non solo su tecnologia e business ma anche sulle questioni nazionali».
I focus sulla filiera italiana di Pontecorvo e Comparini
In attesa del disco verde su Bromo se si troverà un accordo che non scontenti nessuno, Leonardo si gode intanto questo importante risultato. Che, come ha spiegato il suo presidente, Stefano Pontecorvo, sarà «una infrastruttura di sistema a disposizione di tutta la filiera del comparto spaziale e in totale connessione con le pmi del settore». E consentirà all’Italia – «uno dei pochi paesi al mondo», precisa Massimo Claudio Comparini, managing director della divisione Spazio di Leonardo e presidente di Thales Alenia Space, «a vantare una presenza su tutta la catena della produzione spaziale» -, di consolidare ulteriormente il suo primato.
Fonte: Il Sole 24 Ore