Satispay: «Obiettivo 500 milioni di volumi gestiti nel welfare aziendale nel 2026»

Satispay: «Obiettivo 500 milioni di volumi gestiti nel welfare aziendale nel 2026»

«Contiamo di superare i 500 milioni di euro annui di volumi gestiti nei servizi welfare a disposizione degli utilizzatori entro la fine del 2026 – dice Alberto Dalmasso, Ceo e co-fondatore insieme a Dario Brignone e Samuele Pinta di Satispay -. Abbiamo appena oltrepassato la soglia dei 300 milioni di euro di volumi annui con accordi siglati in soli due anni dall’ingresso nel mercato dei buoni pasto, a cui si sono poi aggiunti i fringe benefit mentre ora lanciamo FlexBen, piattaforma di “flexible benefit”».

Due anni di corsa che hanno portato a fare diventare la fintech fornitrice di 30mila aziende clienti con oltre 250mila dipendenti. «Siamo diventati uno dei primi tre o quattro player di mercato e per la fine del 2028 puntiamo al 30% market share. Ci riusciremo, magari raggiungendo il traguardo anche un po’ in anticipo» continua il Ceo. Nel 2024 Satispay spa ha avuto un fatturato di 46 milioni con un +66% sul 2023.

In pochi anni Satispay si è affermata nei pagamenti digitali, poi nel welfare con il lancio dei buoni pasto insieme ai fringe benefit e con i flexible benefit. Parallelamente ha aggiunto per gli utenti consumer anche gli investimenti. Infatti la società da qualche mese ha iniziato a distribuire un fondo monetario «creato per fare in modo che chi ha dei risparmi possa avere un ritorno – aggiunge Dalmasso -. Lo sforzo che l’azienda sta mettendo in campo per contribuire a trasformare gli italiani da risparmiatori a investitori si riflette anche nell’offerta welfare, che vede integrati nella nuova piattaforma FlexBen anche i fondi pensione di terzi per i lavoratori che hanno già o che sono convenzionati dall’azienda o quelli di categoria». L’intenzione del ceo è di non fermarsi qui. «Crediamo molto nel circuito virtuoso che si può attivare rispetto alla conversione del credito welfare in investimento sui fondi pensione, tanto che vogliamo arrivare ad offrire un fondo pensione nei nostri servizi di investimento. Così anche per i lavoratori la cui azienda non dà welfare attraverso Satispay potranno investire i propri risparmi su un fondo pensione attraverso la nostra app. Nel giro di un paio di anni avremo un’offerta completa nell’area previdenziale».

In una prospettiva di breve-medio termine la fintech vuole diventare una one stop company che con la app permette di fare pagamenti, ma anche spendere direttamente il credito welfare senza dovere usare i propri soldi e poi chiedere il rimborso all’azienda. Lo sviluppo dell’offerta vede anche la crescita della presenza commerciale di Satispay perché attualmente buona parte delle imprese clienti sono concentrate nel Centro-Nord Italia. «Guardiamo molto al Lazio dove ci sono molte grandi aziende con sede a Roma e puntiamo a crescere in tutta Italia. Il Mezzogiorno sta rispondendo bene – segnala il ceo -. A fine anno tutta la Penisola vedrà la presenza di nostri referenti territoriali perché il welfare aziendale è un modo efficace di aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti».

Fonte: Il Sole 24 Ore