Save the Children: un minore su cinque al mondo vive in zone di conflitto, per un totale di oltre 520 milioni
In media, 78 bambini al giorno nelle zone di conflitto hanno subito gravi violazioni – ovvero più di sette squadre di calcio – oltre all’esposizione ad attacchi a scuole e ospedali e al blocco degli aiuti umanitari da parte di gruppi e forze armate .
Il rapporto “Stop the War on Children: Security for Whom?” ha analizzato il numero di gravi violazioni contro i minori accertate nei conflitti da quando è iniziato il rilevamento, includendo crimini come uccisioni e mutilazioni, rapimenti, violenza sessuale, reclutamento e uso in gruppi e forze armate, attacchi a scuole e ospedali e negazione dell’accesso umanitario ai più piccoli. Dall’inizio della rilevazione nel 2005, sono state accertate oltre 400.000 gravi violazioni contro i minori nei conflitti in 33 Paesi nel mondo, quasi 160.000 minori uccisi o mutilati e oltre 100.000 reclutati e impiegati da forze e gruppi armati.
Questo rapporto non si limita a snocciolare dati e percentuali: racconta storie di vite spezzate. Parla di Ali, costretto a fuggire dal nord di Gaza con i suoi sette fratelli, così gravemente malnutrito da aver sviluppato l’osteomalacia – la “malattia delle ossa molli” – e ora non può più camminare. Parla di Bahati, 12 anni, la cui scuola nell’est della Repubblica Democratica del Congo è stata attaccata, e che ha dovuto camminare per due giorni sotto il fuoco incrociato. Parla di milioni di bambini e bambine nel mondo che vivono immersi nel terrore, nel dolore, nel lutto, nella fame e nella sofferenza.”, ha dichiarato Inger Ashing, Direttrice Generale di Save the Children International. “Il mondo è a un bivio. I conflitti armati aumentano, le gravi violazioni contro i minori raggiungono livelli record, mentre il sistema umanitario e le Nazioni Unite vacillano. In questo scenario incerto, un principio deve guidare ogni trasformazione: i bambini devono essere al centro. La vera sicurezza non si misura in armi o muri, ma nella possibilità per ogni bambino di vivere libero dalla paura, di andare a scuola, di crescere protetto. Gli Stati devono agire con decisione per prevenire i conflitti, promuovere la pace, proteggere l’infanzia, garantire giustizia, coinvolgere ed ascoltare davvero bambini e adolescenti.”
“Le nostre stime mostrano che il numero di minori che vivono in zone di conflitto ha raggiunto un livello record lo scorso anno: 520 milioni, più di uno su cinque in tutto il mondo. Con un numero senza precedenti di bambini e adolescenti a rischio e con i bilanci degli aiuti sotto forte pressione, la necessità di proteggere i minori coinvolti nei conflitti non è mai stata così urgente. Dietro ogni numero c’è un bambino la cui sicurezza, istruzione e futuro sono a rischio. L’Africa è oggi il continente con il numero e la percentuale più elevati di minori che vivono in zone di conflitto. Dobbiamo garantire che ogni bambino, ovunque sia nato, sia protetto dagli impatti devastanti della guerra” ha detto Gudrun Østby, Professoressa di Ricerca presso il Peace Research Institute di Oslo.
La richiesta
Save the Children invita gli Stati a rispettare il diritto internazionale umanitario, a garantire un accesso umanitario sicuro, ad aumentare i finanziamenti mirati per i bambini nelle emergenze e ad approvare e attuare trattati e dichiarazioni chiave che tutelino i minori e l’istruzione nelle zone di guerra.
Fonte: Il Sole 24 Ore