Schlein e Conte: la patrimoniale non è un tabù a livello Ue

Schlein e Conte: la patrimoniale non è un tabù a livello Ue

La patrimoniale entra nella discussione su un programma di coalizione di centrosinistra. La porta d’ingresso al tema è un convegno organizzato a Roma da Oxfam, su “Lotta alle disuguaglianze, contrasto alla povertà e politiche di welfare: il ruolo dei sistemi fiscali”. Partecipa anche il premio Nobel Joseph Stiglitz. Sul palco tornano insieme i leader di Pd, M5S e Avs: Schlein, Conte e Fratoianni. Un confronto che li vede ragionare sull’importanza della leva fiscale per combattere le disuguaglianze in crescita esponenziale, confermando però i distinguo sull’ipotesi di una patrimoniale per i super-ricchi. Se Nicola Fratoianni rilancia la proposta di introdurre la patrimoniale a partire dall’Italia («questo momento è arrivato», ha sottolineato), la segretaria dem Elly Schlein ammette che «non può essere un tabú» purché sia «almeno a livello europeo». «Va fatta a livello globale, quanto meno europeo», precisa il presidente M5S Giuseppe Conte che è apparso anche più cauto.

Conte: patrimoniale sui super ricchi? A livello globale o Ue

«Sono molto preoccupato – ha esordito Giuseppe Conte – per questo problema di emergenza democratica. Mai nel mondo c’è stata una tale concentrazione di potere politico, ricchezza economica e potere tecnocratico», un «capitalismo parassitario, che prospera davanti a un computer» che riduce la politica ad un ruolo «ancillare, servile, accessorio». Occorre «lavorare a livello globale per introdurre forme di tassazione che contrastino in radice il capitalismo parassitario, ma in modo intelligente» senza far scappare gli investitori e quindi «a livello globale o in una dimensione quanto meno europea», dalla “global minimum tax” alla “digital tax”.

Fratoianni (Avs): urge una patrimoniale su grandi ricchezze

Dopo di lui Fratoianni. La ormai storica proposta di Avs prevede una tassa variabile, per un minimo dell’1,7% sui patrimoni che superino i 5,4 milioni di euro, da applicare in Italia. Perché è vero che «dobbiamo lavorare a un’alleanza internazionale, globale, sul terreno della tassazione dei super ricchi – ha spiegato Nicola Fratoianni – Ma c’è anche una questione che riguarda noi in Italia». E rivolto «ai compagni e alle compagne dell’opposizione»: bisogna «lavorare a un’alleanza internazionale sul terreno della tassazione dei super ricchi. Ma c’e’ anche una questione che riguarda noi in Italia».

Schlein: tassa su grandi patrimoni non è tabù, a livello Ue

Per la segretaria Schlein «siamo in un momento in cui la concentrazione di potere, ricchezza, dati, tecnologie non ha precedenti nella storia. Il problema è chi rimane indietro. Questa concentrazione – ha osservato – mette a repentaglio la qualità della nostra democrazia e la tenuta stessa delle nostre società. E l’Italia – ha proseguito – non è immune, anzi c’è un aumento drammatico delle disuguaglianze in questi anni e il nostro sistema fiscale è regressivo e favorisce i più ricchi». La segretaria dem non ha eluso la sollecitazione di Fratoianni sulla patrimoniale: una «tassa sui grandi patrimoni non può essere un tabú» anche se, ha aggiunto, la «discussione è bene farla almeno a livello europeo perché si può intervenire meglio contro la volatibilità del capitale».

La chiusura di Forza Italia

Azione però frena: «Parliamo di bollette e industria 4.0. In questo momento ci concentriamo su questo». E la maggioranza di centrodestra chiude la porta: «Finché siamo al governo, non ci sarà alcuna patrimoniale», dice il vicepremier e segretario di FI, Antonio Tajani. La ricetta è tutt’altra: «E’ in campo una riforma epocale – ha spiegato capogruppo di FI in Commissione bilancio alla Camera, Dario Damiani – La riforma fiscale che si sta attuando non incide solo sulla vita delle imprese e dei cittadini, ma contiene anche una parte che riguarda gli enti locali».

Fonte: Il Sole 24 Ore