Se non c’è scopo di lucro, possibile condividere la pay tv privata in un locale

Se non c’è scopo di lucro, possibile condividere la pay tv privata in un locale

Via libera agli incontri dicalcio trasmessi nei locali pubblici con una smart card rilasciata a uso esclusivamente domestico, se non c’è scopo di lucro. La Cassazione annulla così una condanna per la violazione delle norme sul diritto d’autore, decisa in entrambi i gradi di giudizio, per “punire” il titolare di una pizzeria, che aveva intrattenuto i suoi avventori con il derby Roma-Lazio, trasmesso su ben tre televisori, con una scheda Mediaset Premium, destinata a essere rigorosamente usata in casa. I giudici di merito, sia in primo grado sia in appello, avevano contestato il reato per aver offerto un servizio criptato a più clienti con un decoder e unasmart privata.

La pubblicità per far lievitare l’incasso

Ma la sentenza della Suprema corte cancella, con rinvio, il verdetto della Corte territoriale. I giudici di legittimità sottolineano che il fatto contestato al proprietario del locale non può essere considerato un reato senza la prova che lo “spettacolo” sia stato offerto per far lievitare l’incasso. Perché ci sia la violazione, bisogna accertare l’intento di far arrivare nel locale un maggiore numero di clienti, attirati anche dalla pubblicità sull’offerta gratuita del servizio. Una circostanza questa che la Cassazione considera decisiva. Va, dunque, annullata una condanna basata su uno scopo di lucro presunto e non verificato.

Il contrasto di giurisprudenza

Sul tema non esiste ancora un punto fermo, perché la giurisprudenza oscilla tra verdetti più o meno “permissivi”. Con la sentenza 1991/2015, i giudici della terza sezione penale della Suprema corte avevano preso nettamente le distanze dall’orientamento affermato oggi, secondo il quale sarebbe necessario appurare lo scopo di lucro. In quell’occasione, i giudici di legittimità, in linea con altre decisioni precedenti, avevano precisato che il fine di lucro va dato per scontato. Insieme alla violazione degli accordi contrattuali, se la scheda per decodificare non resta confinata in famiglia.

Fonte: Il Sole 24 Ore