Segafredo Zanetti chiude il 2024 con 62 milioni di Ebitda
Dopo un anno di grande trasformazione, Massimo Zanetti Beverage Group chiude il 2024 con risultati in ripresa, in un contesto tra i più complessi dell’ultimo decennio per l’industria del caffè. I dati dell’annualità, che in giornata saranno approvati dal cda, fanno riferimento a un fatturato di oltre 1 miliardo di euro (-5% rispetto al 2023) e a un Ebitda di 62 milioni, in crescita del 23%, oltre le previsioni. «Resta una perdita d’esercizio», sottolinea Pierluigi Tosato, ceo del gruppo, «ma è legata esclusivamente ai costi straordinari di ristrutturazione. È stata inoltre completata la ricapitalizzazione e ridotto l’indebitamento netto». La posizione finanziaria netta si attesta infatti a 350 milioni, in linea con le previsioni.
Ad aprile dell’anno scorso, nel capitale del gruppo bolognese, con un’operazione da 100 milioni è entrato il fondo QattroR. «Siamo entrati con quote paritetiche», continua Tosato, «e piena governance». Segafredo Zanetti stava attraversando un momento complesso, lasciandosi alle spalle il Covid e il delisting. L’indebitamento era importante «e così», prosegue il manager, «abbiamo subito fatto un accordo di rischedulazione del debito con la famiglia Zanetti e le banche».
Una riorganizzazione globale
Il momento non era certo il più facile per il settore, con la materia prima schizzata a livelli record, l’arabica oltre la barriera dei 4 dollari alla libbra e la robusta a 5.500 dollari a tonnellata. Segafredo Zanetti ha reagito all’insegna di revisione dei listini, semplificazione dell’offerta, acquisti disintermediati e una gestione industriale e commerciale completamente rivista. «Abbiamo consolidato», prosegue Tosato, «due stabilimenti negli Stati Uniti, in New Jersey e Virginia: è rimasto operativo soltanto quest’ultimo. In Europa abbiamo ristrutturato un po’ tutto». La riorganizzazione ha portato a circa 200 uscite, a livello globale. «La supply chain, nel nostro settore, è fondamentale per la materia prima. Noi stiamo facendo accordi con i principali partner. Disintermediando, intrattenendo azioni commerciali con tutti i trader del mondo. Possiamo dire che il 2024 è stato l’anno della pulizia, nel 2025 metteremo l’acceleratore».
Il trend di inizio 2025
I segnali che si possono cogliere fino a questo punto sono incoraggianti: nei primi quattro mesi i ricavi sono cresciuti del 18% rispetto all’anno precedente, l’Ebitda ha superato le attese del 20% e il debito netto si attesta a 355 milioni, in linea con il piano. Per l’intero esercizio, il gruppo prevede un fatturato di 1,2 miliardi, un Ebitda di 77 milioni, un utile netto in pareggio e un indebitamento stabile. «Siamo un’azienda globale da ogni punto di vista», spiega Tosato. «Vendiamo in cento Paesi, praticamente in tutti e cinque i continenti».
L’Asia e il «lusso accessibile»
Il gruppo conta 24 torrefazioni nel mondo, una forza lavoro di 4.500 addetti, 200 dei quali in Italia. Il nostro Paese vale il 10% del fatturato, mentre il mercato Usa il 40 per cento. Il futuro potrebbe avere a che fare con l’Asia: «Già oggi», dichiara Tosato, «abbiamo un presenza molto forte nel continente. Vantiamo partnership con produttori macchine di caffè e siamo presenti negli aeroporti. Possiamo contare una catena franchising con un migliaio di insegne in tutto il mondo. Ultima apertura a Giacarta, in Indonesia. L’Asia è il futuro per il nostro business». Il marchio Segafredo Zanetti, secondo il ceo, «è nobile e noi puntiamo a rilanciarlo. La nostra categoria merceologica si sta rivoluzionando, è sempre più costosa e può contare su un pubblico sempre più esigente: potremmo quasi definirla affordable luxury, lusso accessibile. In questo mercato», conclude Tosato, «vogliamo dire la nostra e, al tempo stesso, portare qualcosa di moderno».
Fonte: Il Sole 24 Ore