
Sempre più studenti italiani scelgono l’università all’estero
Il Trinity College di Dublino, ad esempio, propone corsi triennali a 3 mila euro l’anno. Le università di Amsterdam e Delft si aggirano sui 2.500 euro. In Germania, in media, si pagano circa 700 euro di tasse universitarie. Nei Paesi nordici, in particolare in Danimarca, la formazione universitaria è gratuita per i cittadini europei, con la possibilità di ottenere un sussidio per chi lavora part-time durante gli studi.
Il fattore linguistico è determinante: la diffusione di corsi in inglese in Paesi Bassi, Germania, Irlanda e Scandinavia rende più agevole l’inserimento accademico per molti studenti italiani. Ma conta anche l’approccio didattico: meno teoria, più laboratori, progetti di gruppo, stage integrati nel curriculum e orientamento concreto al mercato del lavoro.
Brexit e visti: l’effetto sulle scelte
La Brexit ha modificato l’accesso alle università britanniche. Gli studenti europei, italiani inclusi, devono ora richiedere una Student Visa per soggiorni superiori ai sei mesi, dimostrando la disponibilità economica per coprire le spese di permanenza. Le università inglesi, tuttavia, continuano ad attrarre, grazie al loro prestigio e all’ampia offerta formativa.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, dove studiano oltre 2.500 italiani, l’incertezza sulle politiche migratorie e sui controlli imposti agli studenti internazionali ha rallentato le iscrizioni, sebbene le università americane restino tra le più ambite al mondo.
I corsi più richiesti? Business, ingegneria e scienze politiche
Fonte: Il Sole 24 Ore