
Separazione carriere, Nordio a Radio24: «Non ci sarà rischio superpoliziotto»
Il 22 luglio 2025 il Senato ha approvato il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. Dopo il primo via libera della Camera, si tratta del secondo e decisivo passo per la riforma della Giustizia. Per l’ok definitivo bisognerà attendere una nuova doppia lettura, prevista in autunno.
Subito dopo il verdetto dell’Aula, i ministri hanno festeggiato con dichiarazioni e sorrisi nei corridoi del Palazzo. Tra cui il ministro Carlo Nordio che ha dichiarato: “Sono molto soddisfatto, ho realizzato una mia aspirazione”. Il Guardasigilli ha parlato di un “passo importante” per una “riforma epocale”.
In vista del referendum, considerato essenziale per una “materia così delicata”, il ministro tende la mano alla magistratura: “Auspico che il dialogo riprenda con maggiore serenità”.
Il ministro ha parlato di separazione delle carriere e del decreto carceri questa mattina a 24 Mattino su Radio24 intervistato da Simone Spetia
Ecco, rispettivamente, i due passaggi
Separazione delle carriere
La cultura della legalità non sta nella appartenenza a un ordine come quello del Pm o del magistrato giudicante, ma sta nella testa del magistrato. Io sono stato pubblico ministero per quarant’anni e non credo di avere mai avuto la cultura del superpoliziotto. L’indipendenza del magistrato non dipende da queste cose, dipende dal suo buonsenso, dalla sua umilità, dalla sua preparazione, dalla sua cultura, dalla sua etica. Questi sono solo degli slogan, tanto è vero che in tutti i paesi democratici come America, Inghilterra, Spagna e in Francia sono separati dai giudici e nessuno si sogna di assimilarli a dei poliziotti. L’indipendenza di una persona non vale da questa formale appartenenza al Pm o al giudicante. Ripeto, sono tutti slogan che non hanno nessun significato se non quello di ripetere in maniera quasi petulante questa prospettiva che tra l’altro è contradittoria perché qualcuno dice che il pericolo consiste nel fatto che il PM diventi troppo potente e quindi un superpoliziotto, mentre altri, sempre dell’opposizione, dicono che il PM diventi uno strumento in mano del potere esecutivo. Almeno si mettano d’accordo”.
Decreto carceri
Fonte: Il Sole 24 Ore