Settembre sembra agosto: i campi della Puglia sono sempre più senz’acqua

Settembre sembra agosto: i campi della Puglia sono sempre più senz’acqua

In questo settembre che sembra agosto, nel Sud Italia rialza la testa l’emergenza siccità, con i principali bacini idrici sempre più ridotti dalla mancanza di pioggia. L’allarme arriva dall’Anbi e punta il dito in particolare sulla Puglia, uno dei più importanti giacimenti agricoli nazionali: a causa della scarsità di piogge agostane, nei serbatoi foggiani che riforniscono i campi della Capitanata restano poco più di 58 milioni di metri cubi d’acqua. La situazione non è migliorata con l’arrivo di settembre: nella prima settimana del mese non una singola goccia d’acqua è caduta sulla regione.

Anche la Basilicata è in sofferenza, dice l’Anbi: in soli sette giorni, questo mese, i volumi invasati nei bacini si sono ridotti da 135 a 126 milioni di metri cubi, una riduzione tipica solo dei periodi di piena estate. In Sicilia le riserve idriche tra agosto e settembre sono calate di oltre 46 milioni di metri cubi: rispetto allo scorso anno i volumi risultano anche superiori di quasi 63 milioni di metri cubi, ma rispetto alla media degli ultimi 15 anni il deficit è del 30%. «Di fronte al consolidarsi di queste condizioni meteo – sostiene il presidente dell’Anbi, Francesco Vincenzi – è evidente la necessità di creare le condizioni di trasferimento dell’acqua, sollecitando intese fra Regioni e completando le opere ancora incompiute, come si sta facendo per il bacino di Campolattaro in Campania».

Le preoccupanti indicazioni che arrivano dal Mezzogiorno si inseriscono in un periodo caratterizzato da una fase di stabilità atmosferica con temperature che continueranno a crescere, fino a toccare i 35 gradi nelle zone più interne della Sardegna centrale, e che supereranno i 30 gradi in molte località dell’Italia centro-meridionale. Non solo: anche lungo tutto l’arco alpino, anche alle quote più alte, la colonnina di mercurio non scenderà quasi mai sotto lo zero, continuando così a pregiudicare lo strato di permafrost dei residui ghiacciai alpini. È un dato ormai noto che la superficie dei ghiacciai italiani si è ridotta negli ultimi cento anni di oltre il 50%, con un’accelerazione nei decenni più recenti causata dal progressivo aumento delle temperature. La stragrande maggioranza di essi, inoltre, ha un’estensione inferiore a mezzo chilometro quadrato, che li rende vulnerabile alla crisi climatica. Il solo ghiacciaio del Lys sul Monte Rosa ha perso il 33% della superficie dal 1860, mentre il ghiacciaio del Fellaria in Valtellina ha subìto una riduzione del 46% nello stesso periodo.

«Di fronte a questi dati – sostiene il dg dell’Anbi, Massimo Gargano – è indispensabile realizzare interventi di adattamento per aumentare la resilienza dei territori. Un importante aiuto arriverà dagli oltre 957 milioni del primo stralcio del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico, appena firmato dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini».

Fonte: Il Sole 24 Ore