Settimana di quattro giorni in Europa: chi la sta mettendo in atto

Settimana di quattro giorni in Europa: chi la sta mettendo in atto

Grecia: la rotta opposta e un mercato del lavoro sotto pressione

Se in molti Paesi europei si sperimenta la settimana corta, la Grecia procede invece nella direzione opposta. Nel 2025 Atene ha ampliato ulteriormente la flessibilità a favore delle imprese: la soglia massima di ore lavorabili per lo stesso datore è stata innalzata da 12 a 13 al giorno — un limite che in passato si applicava solo nel caso di più datori di lavoro — e la possibilità di distribuire l’orario settimanale su quattro giorni è stata estesa a tutto l’anno, ma senza riduzione delle ore complessive. Di fatto, quindi, non si tratta di una settimana corta “vera”, bensì di una diversa organizzazione dell’orario, che può tradursi in giornate più lunghe.

A differenza di quanto avviene altrove in Europa, la Grecia non ha avviato programmi pilota nazionali né studi sistematici sugli effetti della riduzione del tempo di lavoro in termini di errori, infortuni, salute dei dipendenti o produttività. Eppure la domanda sociale per un alleggerimento dell’orario è molto forte. La Confederazione Generale dei Lavoratori, per la prima volta lo scorso anno, ha chiesto la riduzione dell’orario settimanale a 37,5 ore su cinque giorni; il sindacato comunista PAME propone le 35 ore, mentre alcune sigle di base spingono fino alle 30 ore.

Una ricerca condotta da Metron Analysis per l’INE-GSEE nel settembre 2025 ha confermato la distanza tra le aspettative dei lavoratori e l’indirizzo del governo. Il 94% dei dipendenti del settore privato vorrebbe ridurre l’orario di almeno 2,5 ore mantenendo lo stesso stipendio; la percentuale scende al 78% in caso di taglio salariale, ma resta comunque altissima, segno della forte pressione per un riequilibrio tra lavoro e vita privata. Oltre l’80% del campione ritiene che una riduzione da 40 a 37,5 ore migliorerebbe salute mentale e fisica, vita familiare e sociale, produttività individuale e livelli di stress.

Dalla stessa indagine emerge anche un dato più strutturale: l’estensione delle giornate lavorative fino a 13 ore tende a normalizzare pratiche già diffuse. Sette lavoratori su dieci dichiarano di aver effettuato quella che prima era considerata una quinta ora di straordinario illegale; nel 67% dei casi lo hanno fatto su iniziativa del datore di lavoro. Quasi la metà ha lavorato 13 ore in un solo giorno per due o più datori di lavoro, una situazione particolarmente frequente tra gli under 30. Non sorprende dunque che il 56% degli intervistati rifiuti l’idea di una giornata da 13 ore, anche se equilibrata da più tempo libero negli altri giorni. Colpisce anche il legame con la demografia: oltre sei lavoratori su dieci affermano che l’attuale mole oraria scoraggia la decisione di avere figli o di ampliarli, con percentuali ancora più alte tra donne e single.

La Grecia formalmente permette la settimana di quattro giorni dal 2021 tramite meccanismi di flessibilità, ma fino all’ultima riforma ciò valeva solo per metà dell’anno e per settori stagionali, come quello industriale. Dopo la pandemia alcune grandi aziende — tra cui la filiale greca di Grant Thornton — hanno sperimentato una settimana breve solo nei mesi estivi, quando la pressione produttiva è inferiore. Ma l’applicazione rimane episodica, individuale e marginale, lontana dall’idea di una riforma strutturale.

Fonte: Il Sole 24 Ore