Settimana lavorativa di 4 giorni? Sì, ma solo in aziende solide e ben organizzate

I lavoratori riflettono molto più di prima su ciò che desiderano dal lavoro e dalla vita. Stanno rivalutando, e in alcuni casi ribaltando, le idee sul proprio valore, sulla sicurezza lavorativa, su cosa desiderano dai datori di lavoro e su cosa sono disposti a offrire in cambio. Che sia per un senso di legittimazione o disillusione o semplicemente una conseguenza naturale dei cambiamenti a cui hanno dovuto adattarsi, i dipendenti esigono e si aspettano che il rapporto professionale con i datori di lavoro segua un nuovo corso. Retribuzione più elevata, maggiore flessibilità e sostegno, nuove sfide, più riconoscimenti, migliori prospettive e una cultura più equa e inclusiva: l’elenco dei fattori per garantire il coinvolgimento e la soddisfazione dei dipendenti è lungo e variegato.

Prima è stato lo smartworking, l’ambitissima possibilità di lavorare da remoto, nel luogo e a volte anche nelle ore preferite, che è stato adottato a partire dalla pandemia e non è più stato lasciato. Vero è che molte aziende sono ritornate sui propri passi reintroducendo la normale vita da ufficio, ma secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2023 i lavoratori da remoto in Italia sono stati 3,6 milioni, ben il 541% in più rispetto al pre-Covid, e nel 2024 si stima saranno 3,65 milioni.

Ora sembra invece essere il momento della “four day week” ovvero la settimana lavorativa di 4 giorni che, dopo un avvio per lo più internazionale, sta prendendo sempre più piede anche in Italia. Intesa Sanpaolo prima, ma poi anche Luxottica e Lamborghini, hanno stabilito che i propri dipendenti lavoreranno 4 giorni a settimana, dando loro la possibilità di avere un giorno di riposo in più.

Attenzione che ciò non significa lavorare meno, ma distribuire il carico di lavoro in modo diverso, aumentando le ore di lavoro giornaliero ma anche ottimizzando il tempo, magari eliminando quelle tante riunioni e call spesso inutili di cui è ormai piena la giornata.

Da uno studio condotto da ADP su circa 2mila lavoratori italiani, il 56% degli italiani intervistati sarebbe disposto a passare alla settimana lavorativa da 4 giorni, portando a 10 ore l’impegno di lavoro giornaliero, così da ottenere un maggiore equilibrio tra vita privata e professionale. Al contempo, il 35% sarebbe disposto a ridursi lo stipendio pur di ottenere un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata.

Fonte: Il Sole 24 Ore