
sfida storica tra Pogacar e Evenepoel
Un Mondiale quindi duro e selettivo. Che non solo ha tenuto lontano campioni come il danese Vingegaard (vincitore della Vuelta), l’olandese Van der Poel e il belga Van Aert, ma che restringe inevitabilmente la rosa dei favoriti a pochissimi eletti, due dei quali non hanno bisogno di grandi presentazioni.
Il primo è il cannibale del ciclismo moderno, quel Tadej Pogacar, che dopo aver conquistato il Tour a luglio ora vuole difendere in Ruanda la sua maglia di campione del mondo. Il secondo è il belga Remco Evenepoel, trionfale vincitore domenica scorsa della cronometro dopo aver raggiunto e sorpassato lo stesso Pogacar che in questa prova si è classificato “solo” quarto.
Un bello smacco, comunque, per Tadej che, dopo aver elaborato questa imprevista ferita al suo orgoglio, risponde da par suo: «Questa volta sarà tutto diverso, è un’altra storia. Questo mondiale è qualcosa di storico, mai visto prima. Lo sento, sono pronto. Mi sono abituato anche all’altitudine. Poi io sono venuto qui per la prova su strada, e so che la mia Slovenia è uno dei team più forti».
Pogacar ha ragione: il suo è uno squadrone con con Roglic, Mohoric e il suo compagno di squadra in UAE Emirates Novak.
Una sfida Slovenia-Belgio?
In casa belga invece Remco Evenepoel sarà il capitano della formazione, sostenuto da uomini del calibro di Campenaerts, Vervaeke, Vermeersch, Hermans, Meurisse, Van Wilder e Uijtdebroeks. Un bel gruppo che rischia di far diventare questo mondiale africano un intrigante derby tra Slovenia e Belgio con qualche possibile guastafeste in agguato come l’australiano Jay Vine, lo svizzero Stefan Kung, lo spagnolo Juan Ayuso, il messicano Isaac del Toro e l’ecuadoriano Richard Carapaz, sempre a suo agio quando si va in salita.
Fonte: Il Sole 24 Ore