sfide su clima, biodiversità e risorse naturali

sfide su clima, biodiversità e risorse naturali

Qualche passo avanti è stato compiuto, ma per salvaguardare le risorse naturali deve essere fatta ancora parecchia strada.

Lo stato dell’ambiente in Europa «non è buono: le minacce alla natura e gli effetti dei cambiamenti climatici rappresentano le principali sfide». E anche in Italia, seppure ci siano stati i cambiamenti, resta altro lavoro da svolgere. A rimarcarlo è il rapporto sullo stato dell’Ambiente pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente, in cui si sottolinea che nonostante i progressi «significativi compiuti nella riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, lo stato generale dell’ambiente in Europa non è buono, sopratutto per quanto riguarda la natura, che continua a subire degrado, sfruttamento eccessivo e perdita di biodiversità».

L’analisi sui dati di 38 Paesi

Il Rapporto, basato sui dati provenienti da 38 Paesi, analizza lo stato attuale e le prospettive per l’ambiente, il clima e la sostenibilità. Lo studio sottolinea che «cambiamenti climatici e degrado ambientale rappresentano una minaccia diretta per la competitività dell’Europa, dipendente dalle risorse naturali». Non solo, tra i passaggi anche il fatto che il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 «dipende anche da una migliore e più responsabile gestione del suolo, dell’acqua e di altre risorse». Da qui una esortazione ad accelerare le politiche per la sostenibilità a lungo termine.

Le sfide future

Il quadro europeo rappresentato parla di un calo della biodiversità in tutti gli ecosistemi terrestri, «di acqua dolce e marini a causa delle persistenti pressioni esercitate da modelli di produzione e consumo non sostenibili, come dimostra, in particolare, il sistema alimentare». Non solo, guardando al futuro, «si prevede che il deterioramento dello stato della biodiversità e degli ecosistemi europei continui» e, secondo il rapporto, «è improbabile che gli obiettivi politici concordati vengano raggiunti entro il 2030». Una delle strade da seguire, come sottolinea lo studio, è quella di mantenere ecosistemi acquatici sani, proteggere i bacini idrografici e garantire che le risorse idriche sotterranee siano reintegrate. è fondamentale per assicurare la futura resilienza idrica dell’Europa.

Fonte: Il Sole 24 Ore