
Sharing mobility, Bologna e Firenze sul podio dei noleggi
Roma sul podio per numero di noleggi totali (13,2 milioni), seguita da Milano e Torino. Ma sono Firenze e Bologna a essere cresciute maggiormente in termini di volumi nel 2024. Non solo: Bologna e Firenze sono anche le due città sul podio – assieme a Pisa – per più noleggi per abitante.
Sono alcuni dei dati emersi dall’elaborazione dello Sharing mobility index, che calcola quattro indicatori: varietà dei servizi disponibili; numero di veicoli per abitante; numero di noleggi per abitante; tasso di rotazione giornaliero dei veicoli. Si tratta di una novità dell’Osservatorio nazionale, presentata insieme al rapporto il 6 ottobre, in occasione della Conferenza nazionale della mobilità condivisa.
Il caso Bologna
Il dato riguardante Bologna è «particolarmente significativo», segnala lo studio, perché si tratta di una città in cui non sono presenti i monopattini, «che hanno tipicamente volumi importanti». Nel 2022 infatti l’amministrazione comunale aveva chiuso le porte all’introduzione dei monopattini in sharing, perché ritenuto un servizio «non adatto a una città con 63 chilometri di portici» (così l’assessora alla nuova mobilità Valentina Orioli).
Una decisione che ha però dato una bella spinta albike sharing: il Comune ha infatti indetto una gara pubblica per selezionare l’operatore che avrebbe gestito i servizi, incassando 400mila euro per la gestione, più quanto versato dagli utenti sulla base di un tariffario stabilito dal Comune.
Un caso molto simile a quello di Parigi, che ha fatto scuola sia per longevità sia per ampiezza di utilizzo, superando ogni record europeo (calcolando il solo servizio di bike sharing, nel 2024 ha totalizzato gli stessi noleggi di tutta la sharing mobility italiana). Dal 2018 il servizio di bike sharing Vélib’ è infatti gestito dalla Délégation de service public (Dsp), autorità pubblica che definisce gli obiettivi di servizio (copertura territoriale, numero di stazioni, tariffe agevolate, orari, standard di manutenzione) e affida a un operatore privato la gestione quotidiana tramite gara d’appalto. Quest’ultimo deve investire in veicoli e infrastrutture, sia fisiche sia digitali, che restano però di proprietà pubblica.
Fonte: Il Sole 24 Ore