Sharing mobility, domanda stabile ma offerta in calo

Sharing mobility, domanda stabile ma offerta in calo

Una domanda che non incontra l’offerta. O un’offerta che non risponde alla domanda: da qualunque lato lo si voglia guardare, il disequilibrio tra le parti, tipico di tanti frangenti in Italia colpisce anche la sharing mobility.

E mentre le amministrazioni locali cercano di ottimizzare l’integrazione dei servizi di mobilità condivisa con il trasporto pubblico, l’ultimo studio dell’Osservatorio nazionale dedicato allo sharing – promosso dai ministeri dell’Ambiente e dei Trasporti e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – mostra, in anteprima al Sole 24 Ore, una situazione di stallo.

Da una parte c’è la domanda che, a fronte di un trend di crescita decennale, sta entrando in una fase di consolidamento. Il numero di noleggi infatti, secondo le previsioni per il 2025 (basate sui dati disponibili al I quadrimestre dell’anno), sarebbe in aumento del 20% rispetto all’anno scorso, dopo una fase di stabilità che ha caratterizzato il periodo 2022-2024. Dall’altra, c’è l’offerta: per il 2025 si prevedono oltre 4 mila veicoli in meno rispetto all’anno precedente, «dovuto soprattutto alla riduzione di monopattini e automobili – si legge nel rapporto –, rispettivamente del 6 e del 17 per cento». Non solo: già nel 2024 si era registrata una diminuzione dei veicoli del 15% rispetto al 2022, e anche il numero degli operatori era calato di nove unità, passando da 44 a 35.

La distribuzione territoriale

A pagare lo scotto del calo dei servizi sono soprattutto i cittadini dei centri più piccoli per dimensione demografica e territoriale, dove i servizi si dimezzano. Il fenomeno è particolarmente accentuato nel centro-sud, e a scomparire sono state soprattutto le esperienze nelle città medio-piccole, segnala l’Osservatorio, come Catanzaro, Reggio Calabria, Pesaro e Prato. È il centro-nord ad accaparrarsi la quasi totalità dei noleggi, con il 90% degli utilizzi che si concentra in sole dieci città italiane: Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Bari, Padova, Pisa e Rimini.

Fonte: Il Sole 24 Ore