Shutdown Usa, ai dipendenti di Aviano senza stipendio sostegno dalla Bcc
Lo shutdown – blocco delle attività governative non essenziali in attesa di un rifinanziamento da parte del Congresso – che negli Stati Univi ha messo a terra il 7 novembre oltre 700 voli, ha ripercussioni anche in Italia.
Il caso
Dal 30 ottobre scorso si calcola che siano 409 i lavoratori della Base Usaf di Aviano (Pordenone) alle dipendenze dello stato americano ai quali non è stato pagato lo stipendio. Una situazione che riguarderebbe anche un altro migliaio di lavoratori nel resto d’Italia.
Ora per loro è stata trovata una soluzione grazie al sistema delle banche di Credito cooperativo della regione Friuli Venezia Giulia che si è reso disponibile ad attivare uno specifico plafond di risorse per concedere un finanziamento a favore dei dipendenti della base di Aviano ai quali, al momento, non viene corrisposto il salario a causa dello shutdown. «Quella proposta è una soluzione ’rapida’, seppur temporanea, per garantire liquidità alle maestranze, dando così loro un segnale tangibile in tempi brevi», ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, aprendo il suo intervento durante l’assemblea con i dipendenti civili della base USAF di Aviano.
La soluzione
Alla presenza del sindaco di Aviano Tassan Zanin e dei rappresentanti delle sigle sindacali, l’esponente dell’esecutivo regionale ha anticipato una soluzione frutto di una fitta interlocuzione avuta con il governatore Massimiliano Fedriga e l’assessore regionale al lavoro Alessia Rosolen, pochi minuti prima di accedere all’assemblea. «Oggi siamo qui non solo per manifestare la nostra solidarietà – ha detto Bini – ma anche per ascoltare, proporre e agire».
L’assessore regionale ha quindi espresso la vicinanza della Regione in un momento di grossa difficoltà vissuta dalle famiglie. Bini ha quindi annunciato un intervento straordinario messo a punto dalla Regione in collaborazione con le banche di Credito cooperativo del Friuli Venezia Giulia, finalizzato a garantire una boccata d’ossigeno ai lavoratori coinvolti.
Fonte: Il Sole 24 Ore