Sì all’utilizzo delle acque reflue trattate per irrigare i campi

Sì all’utilizzo delle acque reflue trattate per irrigare i campi

Gli agricoltori potranno utilizzare le acque reflue trattate per l’irrigazione dei campi, senza costi aggiuntivi. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ha infatti approvato in esame preliminare il regolamento sul riutilizzo delle acque reflue affinate. Il provvedimento disciplina i criteri, le modalità e le condizioni per l’uso sicuro di tali acque, fornendo un quadro normativo essenziale per far fronte alla crisi idrica e per supportare l’irrigazione in agricoltura. Le nuove norme stabiliscono in particolare l’obbligo di redigere un Piano di gestione dei rischi, individuando ruoli e responsabilità dei gestori e degli utilizzatori finali, con l’obiettivo di proteggere la salute umana, animale e l’ambiente.

Per il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, si tratta di «un grande passo in avanti per rendere il settore agricolo più resiliente al fenomeno del cambio del clima. Con questa normativa sarà possibile utilizzare acque reflue trattate per usi irrigui rispettando i parametri di salubrità e dei più alti standard qualitativi senza costi aggiuntivi per gli agricoltori».

Il provvedimento introduce regole chiare per il riuso delle acque a fini irrigui, ambientali, civili e industriali, promuovendo il risparmio idrico e l’economia circolare, e rafforzando la capacità del sistema idrico nazionale di affrontare la scarsità d’acqua. «Per noi la carenza d’acqua – ha commentato ancora Lollobrigida – non è una emergenza ma un fenomeno strutturale che va affrontato mettendo nelle condizioni il sistema agricoltura di sfruttare la risorsa idrica al meglio e senza sprechi».

 

Fonte: Il Sole 24 Ore