
Si apre il cantiere delle professioni, nuove regole per 1,6 milioni di iscritti
Il Governo apre il cantiere della riforma delle professioni: all’ordine del giorno del pre-Consiglio dei ministri di oggi ci sono, tra gli altri, quattro provvedimenti sul tema.
Oltre a un disegno di legge delega complessivo «per la riforma degli ordinamenti professionali», presentato dai ministeri del Lavoro e della Giustizia, dovrebbero arrivare anche i Ddl delega di riforma della professione forense, quello per la riforma della professione di commercialista ed esperto contabile (entrambi dalla Giustizia), e, infine, quello sulla riforma delle professioni sanitarie che contiene anche lo scudo penale per i sanitari, messo a punto dal ministero della Salute.
Il condizionale è d’obbligo: su tutti i testi il lavoro di limatura è proseguito per tutta la giornata di ieri, mercoledì 3 settembre, così come le pressioni anche di parte del mondo delle professioni per chiedere modifiche e da parte dei sindacati Anc (commercialisti) e Anf (avvocati) il rinvio del varo dei provvedimenti di settore, sui quali non c’è ancora piena condivisione nello stesso mondo ordinistico. E, dunque, non è scontato l’approdo di tutti i quattro testi anche al Consiglio dei ministri del pomeriggio.
L’ultimo intervento organico sulle professioni risale al 2011 con il decreto legge 138, attuato poi dal Dpr 137 del 2012, che ha dettato regole generali, valide per tutte le professioni, sugli Albi, il tirocinio, la formazione continua e i procedimenti disciplinari. Da allora il comparto, che comprende oltre 1,6 milioni di professionisti, ha visto tanti interventi a macchia di leopardo.
La riforma complessiva di questo comparto potrebbe riguardare le competenze specifiche così da evitare “invasioni di campo”. Secondo voci da confermare, i Ddl potrebbero intervenire anche sulle regole elettorali sia nazionali sia territoriali. A questo proposito sul tavolo sembra esserci anche l’ipotesi di una proroga – legata al varo delle nuove regole – degli attuali Consigli. Una norma in questa direzione andrebbe a impattare sicuramente sui Consigli di commercialisti e avvocati. Da capire poi quale sarà il coordinamento tra la riforma generale e quelle specifiche di queste due categorie.
Fonte: Il Sole 24 Ore